La chiesa della Santissima Trinità, antica parrocchiale di Esine, ricostruita nel XII secolo su preesistenze documentate fin dal 771 d. C., può essere considerata uno dei più importanti edifici religiosi medievali camuni essendo coeva alla chiesa di San Siro a Cemmo ed al monastero di San Salvatore a Capo di Ponte. Nella quattrocentesca cappella di San Rocco è conservato un prezioso, e poco indagato, ciclo d’affreschi attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo. La comunicazione illustra l’esperienza relativa alla fase conoscitiva iniziale del progetto di conservazione dell’edificio e ad un primo intervento reso urgente dal pericoloso stato di conservazione delle preziose superfici dipinte. L’iter progettuale è stato suddiviso in quattro fasi successive: 1) Fase conoscitiva (già realizzata): l’iniziale analisi dell’edificio e delle sue condizioni di conservazione effettuata sia per via diretta (rilievo topografico-strumentale, fotogrammetrico, materico e delle patologie di degrado) sia per via indiretta (ricerca storico-archivistica) ha permesso di indirizzare i successivi approfondimenti diagnostici. Le indagini strumentali sono state centrate soprattutto sulla presenza di acqua nelle murature (alla ricerca della determinazione delle vie di provenienza e della sua distribuzione spaziale e temporale) che i primi rilievi ed indagini visive avevano mostrato come la principale causa di degrado; a questi è stato aggiunto il monitoraggio delle condizioni microclimatiche per verificare anche l’influenza dell’ambiente sullo stato igrometrico delle murature. 2) Definizione delle priorità di intervento sulla base degli esiti della fase conoscitiva attraverso la progettazione di una operazione preliminare di sola messa in sicurezza delle parti affrescate soggette a distacco e polverizzazione tramite applicazione di bendaggi di sostegno e protezione di parti in pericolo di caduta, ristabilimento parziale della adesione e della coesione della pellicola pittorica, puntellatura di porzioni d’intonaco in pericolo di caduta, ristabilimento dell’adesione tra supporto murario ed intonaco (in fase di avvio); 3) Definizione dell’intervento complessivo di conservazione dell’edificio (in fase di elaborazione) che si svilupperà dapprima attraverso l’eliminazione delle cause di degrado individuate nella fase conoscitiva (allontanamento e canalizzazione dell’acqua dalle murature; revisione del sistema di copertura e di allontanamento delle acque meteoriche) e, successivamente, si concluderà con l’intervento vero e proprio sulle superfici affrescate e sull’intonaco interno lavorato con finitura a graffito; 4) Definizione del piano di conservazione programmata: partendo dalla considerazione che una delle cause principali delle gravi condizioni di degrado in cui attualmente versa l’edificio è la mancata manutenzione, parte integrante del progetto di conservazione è la definizione delle operazioni di gestione, controllo e valutazione dei fattori di rischio e deterioramento e lo sviluppo di tecniche manutentive utili a posticipare i futuri interventi di restauro e massimizzare la durata del bene stesso. A questo scopo i dati conoscitivi e progettuali fino ad ora raccolti saranno parte integrante di un più ampio piano di conservazione programmata, che utilizzando la tecnologia G.I.S. sarà in grado di riferire su base cartografica (il rilievo topografico eseguito) una banca dati informatizzata relativa a ciascun elemento che costituisce il sistema-edificio.

La chiesa della Santissima Trinità di Esine (BS): conoscenza e diagnostica per il progetto di conservazione

COCCOLI, Carlotta;
2007-01-01

Abstract

La chiesa della Santissima Trinità, antica parrocchiale di Esine, ricostruita nel XII secolo su preesistenze documentate fin dal 771 d. C., può essere considerata uno dei più importanti edifici religiosi medievali camuni essendo coeva alla chiesa di San Siro a Cemmo ed al monastero di San Salvatore a Capo di Ponte. Nella quattrocentesca cappella di San Rocco è conservato un prezioso, e poco indagato, ciclo d’affreschi attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo. La comunicazione illustra l’esperienza relativa alla fase conoscitiva iniziale del progetto di conservazione dell’edificio e ad un primo intervento reso urgente dal pericoloso stato di conservazione delle preziose superfici dipinte. L’iter progettuale è stato suddiviso in quattro fasi successive: 1) Fase conoscitiva (già realizzata): l’iniziale analisi dell’edificio e delle sue condizioni di conservazione effettuata sia per via diretta (rilievo topografico-strumentale, fotogrammetrico, materico e delle patologie di degrado) sia per via indiretta (ricerca storico-archivistica) ha permesso di indirizzare i successivi approfondimenti diagnostici. Le indagini strumentali sono state centrate soprattutto sulla presenza di acqua nelle murature (alla ricerca della determinazione delle vie di provenienza e della sua distribuzione spaziale e temporale) che i primi rilievi ed indagini visive avevano mostrato come la principale causa di degrado; a questi è stato aggiunto il monitoraggio delle condizioni microclimatiche per verificare anche l’influenza dell’ambiente sullo stato igrometrico delle murature. 2) Definizione delle priorità di intervento sulla base degli esiti della fase conoscitiva attraverso la progettazione di una operazione preliminare di sola messa in sicurezza delle parti affrescate soggette a distacco e polverizzazione tramite applicazione di bendaggi di sostegno e protezione di parti in pericolo di caduta, ristabilimento parziale della adesione e della coesione della pellicola pittorica, puntellatura di porzioni d’intonaco in pericolo di caduta, ristabilimento dell’adesione tra supporto murario ed intonaco (in fase di avvio); 3) Definizione dell’intervento complessivo di conservazione dell’edificio (in fase di elaborazione) che si svilupperà dapprima attraverso l’eliminazione delle cause di degrado individuate nella fase conoscitiva (allontanamento e canalizzazione dell’acqua dalle murature; revisione del sistema di copertura e di allontanamento delle acque meteoriche) e, successivamente, si concluderà con l’intervento vero e proprio sulle superfici affrescate e sull’intonaco interno lavorato con finitura a graffito; 4) Definizione del piano di conservazione programmata: partendo dalla considerazione che una delle cause principali delle gravi condizioni di degrado in cui attualmente versa l’edificio è la mancata manutenzione, parte integrante del progetto di conservazione è la definizione delle operazioni di gestione, controllo e valutazione dei fattori di rischio e deterioramento e lo sviluppo di tecniche manutentive utili a posticipare i futuri interventi di restauro e massimizzare la durata del bene stesso. A questo scopo i dati conoscitivi e progettuali fino ad ora raccolti saranno parte integrante di un più ampio piano di conservazione programmata, che utilizzando la tecnologia G.I.S. sarà in grado di riferire su base cartografica (il rilievo topografico eseguito) una banca dati informatizzata relativa a ciascun elemento che costituisce il sistema-edificio.
2007
978-88-404-4156-6
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/495955
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