Le imprese locali di pubblica utilità si caratterizzano per peculiarità riconducibili al settore economico di appartenenza e all’assetto istituzionale. Le imprese in oggetto, infatti, producono ed erogano beni economici destinati a soddisfare bisogni umani meritevoli di tutela, in quanto strumentali al progresso socio-economico della collettività. A partire dagli anni novanta, il settore dei beni economici di pubblica utilità è stato interessato da un ingente processo di liberalizzazione, teso a diffondere logiche concorrenziali. Allo stesso tempo, le privatizzazioni hanno profondamente influenzato l’assetto istituzionale delle imprese di pubblica utilità, modificando il ruolo di: • enti locali, contemporaneamente azionisti unici o di maggioranza, rappresentanti e garanti della collettività, nonché preposti alla contrattazione di specifici standard qualitativi e tariffari; • investitori privati che, anche per effetto della quotazione, assumono crescente rilevanza nell’assetto proprietario. Nello scenario delineato, le imprese ricercano sinergie e partnership, che spesso si perfezionano in acquisizioni o fusioni tra aziende partecipate da più enti locali. Questi ultimi sono chiamati a individuare efficaci meccanismi di indirizzo e controllo del governo aziendale, in un’ottica di integrazione tra public governance e corporate governance, collaborazione ed equità tra le parti coinvolte. Nell’ambito delle criticità individuate, la ricerca si focalizza sul “momento” dell’organizzazione, con specifico riferimento alla corporate governance. In particolare, il paper mira a riflettere sull’opportunità di adottare il sistema dualistico verticale ex d.lgs. 6/2003, quale modello di governance maggiormente coerente con le peculiarità delle imprese locali di pubblica utilità. Muovendo dalle evidenze empiriche emergenti dal caso A2A Spa (frutto della fusione tra AEM Spa e ASM Spa), la ricerca intende elaborare un modello teorico, anche in ottica evolutiva.

IL SISTEMA DUALISTICO VERTICALE NELLE IMPRESE LOCALI DI PUBBLICA UTILITÀ

BOSETTI, Luisa;
2008-01-01

Abstract

Le imprese locali di pubblica utilità si caratterizzano per peculiarità riconducibili al settore economico di appartenenza e all’assetto istituzionale. Le imprese in oggetto, infatti, producono ed erogano beni economici destinati a soddisfare bisogni umani meritevoli di tutela, in quanto strumentali al progresso socio-economico della collettività. A partire dagli anni novanta, il settore dei beni economici di pubblica utilità è stato interessato da un ingente processo di liberalizzazione, teso a diffondere logiche concorrenziali. Allo stesso tempo, le privatizzazioni hanno profondamente influenzato l’assetto istituzionale delle imprese di pubblica utilità, modificando il ruolo di: • enti locali, contemporaneamente azionisti unici o di maggioranza, rappresentanti e garanti della collettività, nonché preposti alla contrattazione di specifici standard qualitativi e tariffari; • investitori privati che, anche per effetto della quotazione, assumono crescente rilevanza nell’assetto proprietario. Nello scenario delineato, le imprese ricercano sinergie e partnership, che spesso si perfezionano in acquisizioni o fusioni tra aziende partecipate da più enti locali. Questi ultimi sono chiamati a individuare efficaci meccanismi di indirizzo e controllo del governo aziendale, in un’ottica di integrazione tra public governance e corporate governance, collaborazione ed equità tra le parti coinvolte. Nell’ambito delle criticità individuate, la ricerca si focalizza sul “momento” dell’organizzazione, con specifico riferimento alla corporate governance. In particolare, il paper mira a riflettere sull’opportunità di adottare il sistema dualistico verticale ex d.lgs. 6/2003, quale modello di governance maggiormente coerente con le peculiarità delle imprese locali di pubblica utilità. Muovendo dalle evidenze empiriche emergenti dal caso A2A Spa (frutto della fusione tra AEM Spa e ASM Spa), la ricerca intende elaborare un modello teorico, anche in ottica evolutiva.
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