Con la significativa eccezione delle centrali idroelettriche e della combustione di biomasse, le fonti di energia rinnovabili (FER) hanno finora rappresentato una frazione molto limitata dell’energia primaria globale. Tuttavia, le tecnologie di generazione di energia rinnovabile, e in particolare gli impianti eolici e solari, hanno seguito una ripida curva di apprendimento: gli impianti fotovoltaici costano oggi l'80 per cento in meno rispetto a quelli costruiti dieci anni fa e dal 2013 viene globalmente installata più capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili che da carbone, gas naturale e petrolio. L'imponente e in gran parte imprevista riduzione dei costi totali di produzione da FER, insieme con le nuove soluzioni per l'immagazzinamento dell’energia, rende praticabili nuovi modelli di generazione di energia distribuita e alcuni analisti suggeriscono che l'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici (FV) di grandi dimensioni sarà presto più economica dell’energia prodotta con tecnologie tradizionali, in molti paesi europei. La prospettiva di un sistema di produzione di energia elettrica basato su fonti rinnovabili rappresenta un’entusiasmante opportunità per il contrasto al cambiamento climatico indotto dall’uomo, ma impone una riflessione in merito ai potenziali rischi indotti. A questo proposito si propone una prima analisi dello scenario italiano e della rilevanza di un eventuale passaggio a un sistema di produzione di energia elettrica fortemente basato su fonti rinnovabili in termini di consumo di suolo e di potenziale concorrenza con gli usi agricoli. Le centrali elettriche basate su fonti rinnovabili hanno impatti ambientali generalmente bassi, soprattutto rispetto all’emissione di sostanze inquinanti, ma a causa della necessità di raccogliere forme diluite di energia (la radiazione solare e l’energia eolica), hanno una scala spaziale diversa rispetto ai tradizionali impianti termoelettrici. L'adozione di un modello di generazione distribuita basato su fonti rinnovabili è in grado di produrre effetti sociali, ambientali ed economici certamente positivi, ma implica trasformazioni rilevanti a livello di paesaggio e deve quindi essere gestito correttamente. Le autorità pubbliche e le comunità locali devono essere consapevoli della portata di questa transizione e partecipare alla progettazione dei futuri paesaggi energetici. Nell’intento di promuovere l'adozione di energie rinnovabili la legislazione italiana ha introdotto il concetto di 'aree non idonee' per gli impianti FER, ma l'approccio adottato finora nel processo di autorizzazione appare insufficiente per raggiungere risultati di alta qualità a scala locale. In questa prospettiva si suggerisce l’adozione di strumenti di pianificazione proattivi per orientare la distribuzione delle centrali rinnovabili a livello locale, colmando il vuoto che oggi si apre tra le politiche di efficienza nell’edilizia e i piani energetici su larga scala, verso la produzione di paesaggi di qualità e collettivamente condivisi.

L'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) e i rischi per il paesaggio agricolo: prime riflessioni.

PEZZAGNO, Michele;ROSINI, MARCO
2017-01-01

Abstract

Con la significativa eccezione delle centrali idroelettriche e della combustione di biomasse, le fonti di energia rinnovabili (FER) hanno finora rappresentato una frazione molto limitata dell’energia primaria globale. Tuttavia, le tecnologie di generazione di energia rinnovabile, e in particolare gli impianti eolici e solari, hanno seguito una ripida curva di apprendimento: gli impianti fotovoltaici costano oggi l'80 per cento in meno rispetto a quelli costruiti dieci anni fa e dal 2013 viene globalmente installata più capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili che da carbone, gas naturale e petrolio. L'imponente e in gran parte imprevista riduzione dei costi totali di produzione da FER, insieme con le nuove soluzioni per l'immagazzinamento dell’energia, rende praticabili nuovi modelli di generazione di energia distribuita e alcuni analisti suggeriscono che l'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici (FV) di grandi dimensioni sarà presto più economica dell’energia prodotta con tecnologie tradizionali, in molti paesi europei. La prospettiva di un sistema di produzione di energia elettrica basato su fonti rinnovabili rappresenta un’entusiasmante opportunità per il contrasto al cambiamento climatico indotto dall’uomo, ma impone una riflessione in merito ai potenziali rischi indotti. A questo proposito si propone una prima analisi dello scenario italiano e della rilevanza di un eventuale passaggio a un sistema di produzione di energia elettrica fortemente basato su fonti rinnovabili in termini di consumo di suolo e di potenziale concorrenza con gli usi agricoli. Le centrali elettriche basate su fonti rinnovabili hanno impatti ambientali generalmente bassi, soprattutto rispetto all’emissione di sostanze inquinanti, ma a causa della necessità di raccogliere forme diluite di energia (la radiazione solare e l’energia eolica), hanno una scala spaziale diversa rispetto ai tradizionali impianti termoelettrici. L'adozione di un modello di generazione distribuita basato su fonti rinnovabili è in grado di produrre effetti sociali, ambientali ed economici certamente positivi, ma implica trasformazioni rilevanti a livello di paesaggio e deve quindi essere gestito correttamente. Le autorità pubbliche e le comunità locali devono essere consapevoli della portata di questa transizione e partecipare alla progettazione dei futuri paesaggi energetici. Nell’intento di promuovere l'adozione di energie rinnovabili la legislazione italiana ha introdotto il concetto di 'aree non idonee' per gli impianti FER, ma l'approccio adottato finora nel processo di autorizzazione appare insufficiente per raggiungere risultati di alta qualità a scala locale. In questa prospettiva si suggerisce l’adozione di strumenti di pianificazione proattivi per orientare la distribuzione delle centrali rinnovabili a livello locale, colmando il vuoto che oggi si apre tra le politiche di efficienza nell’edilizia e i piani energetici su larga scala, verso la produzione di paesaggi di qualità e collettivamente condivisi.
2017
978-88-8482-7685
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