Nel corso del Sei e del Settecento gli oggetti destinati all’ornamento della persona, come dei dei suoi abiti e dei suoi accessori, furono protagonisti di importanti cambiamenti di gusto e funzione nel panorama europeo delle novità. Il volume analizza la risposta registrata sul territorio italiano al mutamento verificatosi sul piano internazionale nel mercato di questo tipo di oggetti. Concentrandosi sulle produzioni di gioielli «non preziosi» o «diversamente preziosi» praticate nelle regioni settentrionali della penisola, lo studio, che si avvale di un ampio ventaglio di fonti, individua, nella manifattura veneziana delle perle di vetro, un processo spontaneo e originale di innovazione dei prodotti in funzione del nuovo gusto, e, nella produzione di «minuterie gentili» e «galanterie di ogni sorta», alternative alle originarie creazioni di oreficeria, un primo sforzo di realizzare e reinterpretare, a livello locale, «bigiotterie» e «chincaglierie» alla moda francese e inglese ormai in voga. Giungendo alla definizione di nuove figure come quella del «bigiottiere», del «fabbricante di chincaglierie» e del «chincagliere», che vanno ad affiancare gli originali protagonisti delle più tradizionali manifatture italiane di gioielli non preziosi, come i perleri e i «gioiellieri da falso», la ricerca presentata in queste pagine ricostruisce il progressivo, non sempre incontrastato, insinuarsi, nell’Italia settentrionale, tra Età moderna e primo Ottocento, di una cultura del gioiello non prezioso ancora inesplorata.
Perle di vetro e gioie false. Produzioni e cultura del gioiello non prezioso nell'Italia moderna.
BETTONI, Barbara
2017-01-01
Abstract
Nel corso del Sei e del Settecento gli oggetti destinati all’ornamento della persona, come dei dei suoi abiti e dei suoi accessori, furono protagonisti di importanti cambiamenti di gusto e funzione nel panorama europeo delle novità. Il volume analizza la risposta registrata sul territorio italiano al mutamento verificatosi sul piano internazionale nel mercato di questo tipo di oggetti. Concentrandosi sulle produzioni di gioielli «non preziosi» o «diversamente preziosi» praticate nelle regioni settentrionali della penisola, lo studio, che si avvale di un ampio ventaglio di fonti, individua, nella manifattura veneziana delle perle di vetro, un processo spontaneo e originale di innovazione dei prodotti in funzione del nuovo gusto, e, nella produzione di «minuterie gentili» e «galanterie di ogni sorta», alternative alle originarie creazioni di oreficeria, un primo sforzo di realizzare e reinterpretare, a livello locale, «bigiotterie» e «chincaglierie» alla moda francese e inglese ormai in voga. Giungendo alla definizione di nuove figure come quella del «bigiottiere», del «fabbricante di chincaglierie» e del «chincagliere», che vanno ad affiancare gli originali protagonisti delle più tradizionali manifatture italiane di gioielli non preziosi, come i perleri e i «gioiellieri da falso», la ricerca presentata in queste pagine ricostruisce il progressivo, non sempre incontrastato, insinuarsi, nell’Italia settentrionale, tra Età moderna e primo Ottocento, di una cultura del gioiello non prezioso ancora inesplorata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.