Antichi palazzi e castelli declinati secondo tipologie, stili, materiali consoni alla ricchezza e al decoro privato o rappresentativi della potenza e nobiltà delle antiche grandi famiglie, accomunati dall’essere stati acquisiti in epoche recenti da un Ente Pubblico che li ha destinati alla collettività. Questo in sintesi è il focus della ricerca “I palazzi del potere” di cui si presentano qui alcuni primi risultati. Il significato profondo di operazioni in cui un complesso privato (un palazzo, un castello, una fabbrica), prima di pertinenza di pochi, viene destinato alla collettività – molti infatti sono gli esempi studiati in cui un’antica dimora nobiliare diventa sede comunale - è carico di significati prima di tutto culturali e sociali. Il titolo “i palazzi del potere” vuole infatti sottolineare come a fronte di una permanenza di messaggio di potere si passi da un potere elitario a un potere civico, quindi condiviso. Il cambiamento di destinazione d’uso diventa un tema che esula dai confini della pura progettualità, da scelte compositive e formali, da ipotesi distributive e dalle inevitabili e a volte dolorose modificazioni necessarie a rendere vivibile l’edificio per la nuova utenza. Il significato culturale risiede nella profonda riconversione degli ambienti, progettati originariamente per un uso esclusivo che diviene attualmente uso collettivo, ma sta soprattutto nella possibilità di produrre curiosità intellettuale, consapevolezza e accrescimento culturale nei cittadini, nuovi fortunati fruitori di questi edifici. A ricaduta il profondo significato sociale deriva dal valore intrinseco all’azione di cambio di destinazione. Mettere a disposizione di una comunità locale un patrimonio architettonico carico di storia e di arte, aprire le porte di ambienti di grande pregio artistico, spalancare i cancelli dei grandi giardini significa offrire alle comunità locali non solo spazi qualificati, non solo polmoni di verde, ma prima di tutto un’occasione per accrescere il senso di appartenenza e soprattutto le identità locali. La nostra disciplina può collaborare ad un progetto strategico con i comuni interessati, per mappare, censire e schedare gli edifici, mettere in rete numerose informazioni e suggerire percorsi culturali alternativi ai grandi itinerari.

I palazzi del potere da un passato privato a un presente pubblico

PASSAMANI, Ivana
2016-01-01

Abstract

Antichi palazzi e castelli declinati secondo tipologie, stili, materiali consoni alla ricchezza e al decoro privato o rappresentativi della potenza e nobiltà delle antiche grandi famiglie, accomunati dall’essere stati acquisiti in epoche recenti da un Ente Pubblico che li ha destinati alla collettività. Questo in sintesi è il focus della ricerca “I palazzi del potere” di cui si presentano qui alcuni primi risultati. Il significato profondo di operazioni in cui un complesso privato (un palazzo, un castello, una fabbrica), prima di pertinenza di pochi, viene destinato alla collettività – molti infatti sono gli esempi studiati in cui un’antica dimora nobiliare diventa sede comunale - è carico di significati prima di tutto culturali e sociali. Il titolo “i palazzi del potere” vuole infatti sottolineare come a fronte di una permanenza di messaggio di potere si passi da un potere elitario a un potere civico, quindi condiviso. Il cambiamento di destinazione d’uso diventa un tema che esula dai confini della pura progettualità, da scelte compositive e formali, da ipotesi distributive e dalle inevitabili e a volte dolorose modificazioni necessarie a rendere vivibile l’edificio per la nuova utenza. Il significato culturale risiede nella profonda riconversione degli ambienti, progettati originariamente per un uso esclusivo che diviene attualmente uso collettivo, ma sta soprattutto nella possibilità di produrre curiosità intellettuale, consapevolezza e accrescimento culturale nei cittadini, nuovi fortunati fruitori di questi edifici. A ricaduta il profondo significato sociale deriva dal valore intrinseco all’azione di cambio di destinazione. Mettere a disposizione di una comunità locale un patrimonio architettonico carico di storia e di arte, aprire le porte di ambienti di grande pregio artistico, spalancare i cancelli dei grandi giardini significa offrire alle comunità locali non solo spazi qualificati, non solo polmoni di verde, ma prima di tutto un’occasione per accrescere il senso di appartenenza e soprattutto le identità locali. La nostra disciplina può collaborare ad un progetto strategico con i comuni interessati, per mappare, censire e schedare gli edifici, mettere in rete numerose informazioni e suggerire percorsi culturali alternativi ai grandi itinerari.
2016
978-88-6975-138-7
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