L'articolo analizza gli effetti che la sentenza 1/2014 della Corte costituzionale ha spiegato nell'ambito delle attività di verifica dei poteri che si sono svolte presso la Camera in riferimento alle elezioni del 2013. Con lo scritto si sostiene che la sentenza avrebbe comportato l’illegittimità della composizione della Camera ma che il principio di continuità dello Stato, invocato nella menzionata sentenza, lungi dal rendere la composizione della Camera legittima, avrebbe comunque comportato che gli atti dalla stessa assunti siano da considerarsi validi. La peculiare situazione prodottasi avrebbe poi dovuto produrre conseguenze politico-istituzionali precise, a partire dall'attivazione del potere di scioglimento anticipato delle Camere da parte del Capo dello Stato. La sentenza è criticata quanto all'erroneo fondamento che essa reperisce al fine di giustificare la sua irretroattività. In particolare, lo scritto ritiene che la sentenza non sia condivisibile laddove spiega la propria irretroattività facendo riferimento alla dottrina dei rapporti esauriti, muovendo dalla natura giurisdizionale del contenzioso elettorale ex art. 66 Cost. L'articolo si conclude, quindi, indicando l'esistenza, nell’ordinamento, di altri strumenti giuridico-costituzionali per ripristinare la rappresentatività delle Camere e per minimizzare gli effetti di un erroneo arresto nella analizzata sentenza costituzionale.

La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati e gli effetti della sentenza n. 1 del 2014 della Corte costituzionale

SPADACINI, Lorenzo
2016-01-01

Abstract

L'articolo analizza gli effetti che la sentenza 1/2014 della Corte costituzionale ha spiegato nell'ambito delle attività di verifica dei poteri che si sono svolte presso la Camera in riferimento alle elezioni del 2013. Con lo scritto si sostiene che la sentenza avrebbe comportato l’illegittimità della composizione della Camera ma che il principio di continuità dello Stato, invocato nella menzionata sentenza, lungi dal rendere la composizione della Camera legittima, avrebbe comunque comportato che gli atti dalla stessa assunti siano da considerarsi validi. La peculiare situazione prodottasi avrebbe poi dovuto produrre conseguenze politico-istituzionali precise, a partire dall'attivazione del potere di scioglimento anticipato delle Camere da parte del Capo dello Stato. La sentenza è criticata quanto all'erroneo fondamento che essa reperisce al fine di giustificare la sua irretroattività. In particolare, lo scritto ritiene che la sentenza non sia condivisibile laddove spiega la propria irretroattività facendo riferimento alla dottrina dei rapporti esauriti, muovendo dalla natura giurisdizionale del contenzioso elettorale ex art. 66 Cost. L'articolo si conclude, quindi, indicando l'esistenza, nell’ordinamento, di altri strumenti giuridico-costituzionali per ripristinare la rappresentatività delle Camere e per minimizzare gli effetti di un erroneo arresto nella analizzata sentenza costituzionale.
2016
978-88-495-3116-9
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