L’articolo intende indagare una particolare modalità di partecipazione alla vita democratica dei cittadini, i quali vengono maggiormente coinvolti nelle scelte dell’amministrazione locale attraverso l’istituzione dei Consigli di quartiere. Essi sono espressione sia del protagonismo sociale dei cittadini sia del principio di sussidiarietà, attraverso il quale sarà potenzialmente possibile per questi organi gestire o auto-organizzare alcuni beni collettivi o privati con funzione sociale. Uno degli obiettivi è valutare la composizione sociale della cosiddetta cittadinanza attiva e l’eventuale coinvolgimento della popolazione straniera nel processo partecipativo. L’analisi è stata svolta anche considerando l’affluenza alle elezioni dei consigli dei diversi quartieri, caratterizzati da profonde differenze nella composizione sociale della popolazione residente. Il comune, all’interno del proprio Statuto, riconosce “all’istituto della partecipazione, attraverso l’attività dei Consigli di quartiere, un ruolo di impulso e garanzia per lo sviluppo della vita democratica e della partecipazione popolare”. Particolarmente significativa e dibattuta la scelta di ammettere alla candidatura e al voto i cittadini extracomunitari residenti nel quartiere da almeno 5 anni. Innovativa anche la scelta di abbassare la soglia d’età del diritto di voto a 16 anni. Tali regolamentazioni assumono un particolare significato in una città come quella di Brescia, caratterizzata dallo fortissima presenza straniera. Ci si vuole quindi interrogare sulla possibilità rendere ‘cittadinanza attiva’ tutte le differenti parti sociali nei processi di governance urbana.
Cittadinanza attiva e integrazione sociale: caratterizzazione e incentivazione fra processi partecipativi e nuove forme di rappresentanza
RICHIEDEI, Anna;FRASCAROLO, ANNA
2015-01-01
Abstract
L’articolo intende indagare una particolare modalità di partecipazione alla vita democratica dei cittadini, i quali vengono maggiormente coinvolti nelle scelte dell’amministrazione locale attraverso l’istituzione dei Consigli di quartiere. Essi sono espressione sia del protagonismo sociale dei cittadini sia del principio di sussidiarietà, attraverso il quale sarà potenzialmente possibile per questi organi gestire o auto-organizzare alcuni beni collettivi o privati con funzione sociale. Uno degli obiettivi è valutare la composizione sociale della cosiddetta cittadinanza attiva e l’eventuale coinvolgimento della popolazione straniera nel processo partecipativo. L’analisi è stata svolta anche considerando l’affluenza alle elezioni dei consigli dei diversi quartieri, caratterizzati da profonde differenze nella composizione sociale della popolazione residente. Il comune, all’interno del proprio Statuto, riconosce “all’istituto della partecipazione, attraverso l’attività dei Consigli di quartiere, un ruolo di impulso e garanzia per lo sviluppo della vita democratica e della partecipazione popolare”. Particolarmente significativa e dibattuta la scelta di ammettere alla candidatura e al voto i cittadini extracomunitari residenti nel quartiere da almeno 5 anni. Innovativa anche la scelta di abbassare la soglia d’età del diritto di voto a 16 anni. Tali regolamentazioni assumono un particolare significato in una città come quella di Brescia, caratterizzata dallo fortissima presenza straniera. Ci si vuole quindi interrogare sulla possibilità rendere ‘cittadinanza attiva’ tutte le differenti parti sociali nei processi di governance urbana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.