Senza alcuna intenzione di contestare o anche solo di sminuire il rilievo del contributo di Beccaria alla rivendicazione di alcuni diritti fondamentali relativi all’ambito (processual)penalistico e all’affermazione del principio d’eguaglianza, intento del saggio è proporre una riflessione critica della posizione, ricorrente in letteratura, di chi rivendica una forte analogia e la continuità tra il modello del garantismo (penale) delineato da Beccaria e quello del costituzionalismo (inter)nazionale che si è andato affermando nel secondo dopoguerra. Una riflessiione, in particolare, che richiama l’attenzione su tre aspetti che testimoniano non tanto dei punti di continuità quanto delle differenze anche radicali fra il modello del garantismo (penale) di Beccaria e il modello dell’odierno costituzionalismo (inter)nazionale: (i) la matrice giusnaturalista della concezione dei diritti alla quale, pur nella sua forte connotazione utilitarista, si rifà Beccaria, (ii) il catalogo dei diritti e l’individuazione dei loro titolari che Beccaria, almeno implicitamente presuppone e/o con il quale si confronta là dove, incidentalmente, ne prende le distanze e, non da ultimo, (iii) le peculiarità del contesto politico e giuridico-istituzionale in cui Dei delitti e delle pene è stato pensato e scritto.
Garantismo (penale) di Beccaria e costituzionalismo (inter)nazionale a confronto
MAZZARESE, Tecla Lucia Pia
2015-01-01
Abstract
Senza alcuna intenzione di contestare o anche solo di sminuire il rilievo del contributo di Beccaria alla rivendicazione di alcuni diritti fondamentali relativi all’ambito (processual)penalistico e all’affermazione del principio d’eguaglianza, intento del saggio è proporre una riflessione critica della posizione, ricorrente in letteratura, di chi rivendica una forte analogia e la continuità tra il modello del garantismo (penale) delineato da Beccaria e quello del costituzionalismo (inter)nazionale che si è andato affermando nel secondo dopoguerra. Una riflessiione, in particolare, che richiama l’attenzione su tre aspetti che testimoniano non tanto dei punti di continuità quanto delle differenze anche radicali fra il modello del garantismo (penale) di Beccaria e il modello dell’odierno costituzionalismo (inter)nazionale: (i) la matrice giusnaturalista della concezione dei diritti alla quale, pur nella sua forte connotazione utilitarista, si rifà Beccaria, (ii) il catalogo dei diritti e l’individuazione dei loro titolari che Beccaria, almeno implicitamente presuppone e/o con il quale si confronta là dove, incidentalmente, ne prende le distanze e, non da ultimo, (iii) le peculiarità del contesto politico e giuridico-istituzionale in cui Dei delitti e delle pene è stato pensato e scritto.File | Dimensione | Formato | |
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