Il tema della riproduzione umana ha sollecitato, da sempre nel tempo una vasta letteratura demografica, etologica, antropologica, mitologica, fisiologica,sociologica, psicologica e psicoanalitica.Secondo il pensiero ingenuo il desiderio di generare è universale e “normale”, fa parte dell’ordine naturale della vita, anche se però non si riesce a dedurre che cosa si intenda per “naturale” e “normale” . Il desiderio di avere un figlio” può avere diverse motivazioni consapevoli e inconsapevoli, complesse e molteplici, che devono poter venire interpretate a più livelli: intrapsichici, interpersonali, culturali e sociali. Al desiderio di avere o non avere un figlio sono connessi innumerevoli significati e progetti , individuali, di coppia e delle famiglie di origine, che possono influire sulla decisione alla procreazione. L’influenza del sociale ha inoltre sempre avuto una incidenza più o meno diretta sul desiderio di generare, nel corso dei tempi notevolmente cambiata : la nascita per la nostra società ha assunto significati diversi a seconda delle epoche storiche condizionando più o meno direttamente il desiderio di generare e le capacità genitoriali. . La procreazione oggi è una scelta motivata da cause diverse, rispetto a quelle che influirono sulle generazioni precedenti. La trasformazione della nostra società, da agricola a urbano-industriale, ha portato a radicali trasformazioni nel mondo del lavoro con profondi mutamenti dei principi valoriali e dei ruoli entro la famiglia e nella realtà sociale, economica e culturale. L’età del matrimonio, della convivenza e della progettualità generativa è stata spostata sempre più in avanti, nel “ciclo di vita della coppia”. Un cambiamento si è avuto con la pianificazione delle nascite , per cui un figlio, nella maggioranza dei casi, viene programmato in un determinato tempo e solo se ci sono certe condizioni, prevalentemente indicate come economiche e sociali. Tra le motivazioni individuali alla decisione di avere figli le ricerche mettono in rilievo la prevalenza di un desiderio di continuità, il senso di immortalità e di sopravvivenza. Desiderare un figlio oggi è sempre più l’esito di una scelta valutata e molto spesso unica nell’ambito del ciclo di vita dell’individuo adulto: diventare genitori è un evento che scandisce il processo maturativo della personalità adulta, scelta ponderata di coppia che ha origini lontane nel processo di sviluppo dei singoli. Avere un figlio viene considerata una “crisi evolutiva"che coinvolge i membri della coppia in un confronto con le proprie figure genitoriali e con i propri vissuti infantili rispetto alla paternità e alla maternità, alla ricerca di modalità comportamentali da adottare a loro volta come genitori, con il proprio figlio. Il primo figlio, soprattutto, comporta per l’individuo adulto la più importante crisi evolutiva, che lo pone di fronte alla propria capacità procreativa, ma anche alla capacità di assumersi responsabilità e dunque alla possibilità evolutiva del processo di identità. La decisione di avere un figlio rimanda all’intera struttura di personalità dei membri della coppia e ai loro modi di relazione con il proprio mondo interiore oltre che esterno; nascita e genitorialità si collocano, secondo una prospettiva psicosociale, nelle prime fasi dell’evoluzione del “ciclo di vita” che dalla coppia conduce alla famiglia. La transizione dalla coniugalità alla genitorialità , transition to parethood , è un processo complesso che comporta un distanziamento e un disinvestimento dalla famiglia di origine. Nell’ambito di questo allontanamento la dimensione genitoriale si definisce attraverso passaggi maturativi, relazionali e rappresentazionali. Questi passaggi sono difficili in quanto la coppia deve affrontare diversi aspetti durante questa transizione: il mondo interno dei genitori e del figlio, il senso di sé e la visione del mondo, la relazione comunicativa e la struttura dei ruoli dei due partner, la relazione transgenerazionale nonni-genitori- nipoti, la relazione tra la neofamiglia e le istituzioni esterne, la tipologia della relazione tra ognuno dei genitori e il bambino.

Cena Loredana-La progettualità generativa e genitoriale

CENA, Loredana
2015-01-01

Abstract

Il tema della riproduzione umana ha sollecitato, da sempre nel tempo una vasta letteratura demografica, etologica, antropologica, mitologica, fisiologica,sociologica, psicologica e psicoanalitica.Secondo il pensiero ingenuo il desiderio di generare è universale e “normale”, fa parte dell’ordine naturale della vita, anche se però non si riesce a dedurre che cosa si intenda per “naturale” e “normale” . Il desiderio di avere un figlio” può avere diverse motivazioni consapevoli e inconsapevoli, complesse e molteplici, che devono poter venire interpretate a più livelli: intrapsichici, interpersonali, culturali e sociali. Al desiderio di avere o non avere un figlio sono connessi innumerevoli significati e progetti , individuali, di coppia e delle famiglie di origine, che possono influire sulla decisione alla procreazione. L’influenza del sociale ha inoltre sempre avuto una incidenza più o meno diretta sul desiderio di generare, nel corso dei tempi notevolmente cambiata : la nascita per la nostra società ha assunto significati diversi a seconda delle epoche storiche condizionando più o meno direttamente il desiderio di generare e le capacità genitoriali. . La procreazione oggi è una scelta motivata da cause diverse, rispetto a quelle che influirono sulle generazioni precedenti. La trasformazione della nostra società, da agricola a urbano-industriale, ha portato a radicali trasformazioni nel mondo del lavoro con profondi mutamenti dei principi valoriali e dei ruoli entro la famiglia e nella realtà sociale, economica e culturale. L’età del matrimonio, della convivenza e della progettualità generativa è stata spostata sempre più in avanti, nel “ciclo di vita della coppia”. Un cambiamento si è avuto con la pianificazione delle nascite , per cui un figlio, nella maggioranza dei casi, viene programmato in un determinato tempo e solo se ci sono certe condizioni, prevalentemente indicate come economiche e sociali. Tra le motivazioni individuali alla decisione di avere figli le ricerche mettono in rilievo la prevalenza di un desiderio di continuità, il senso di immortalità e di sopravvivenza. Desiderare un figlio oggi è sempre più l’esito di una scelta valutata e molto spesso unica nell’ambito del ciclo di vita dell’individuo adulto: diventare genitori è un evento che scandisce il processo maturativo della personalità adulta, scelta ponderata di coppia che ha origini lontane nel processo di sviluppo dei singoli. Avere un figlio viene considerata una “crisi evolutiva"che coinvolge i membri della coppia in un confronto con le proprie figure genitoriali e con i propri vissuti infantili rispetto alla paternità e alla maternità, alla ricerca di modalità comportamentali da adottare a loro volta come genitori, con il proprio figlio. Il primo figlio, soprattutto, comporta per l’individuo adulto la più importante crisi evolutiva, che lo pone di fronte alla propria capacità procreativa, ma anche alla capacità di assumersi responsabilità e dunque alla possibilità evolutiva del processo di identità. La decisione di avere un figlio rimanda all’intera struttura di personalità dei membri della coppia e ai loro modi di relazione con il proprio mondo interiore oltre che esterno; nascita e genitorialità si collocano, secondo una prospettiva psicosociale, nelle prime fasi dell’evoluzione del “ciclo di vita” che dalla coppia conduce alla famiglia. La transizione dalla coniugalità alla genitorialità , transition to parethood , è un processo complesso che comporta un distanziamento e un disinvestimento dalla famiglia di origine. Nell’ambito di questo allontanamento la dimensione genitoriale si definisce attraverso passaggi maturativi, relazionali e rappresentazionali. Questi passaggi sono difficili in quanto la coppia deve affrontare diversi aspetti durante questa transizione: il mondo interno dei genitori e del figlio, il senso di sé e la visione del mondo, la relazione comunicativa e la struttura dei ruoli dei due partner, la relazione transgenerazionale nonni-genitori- nipoti, la relazione tra la neofamiglia e le istituzioni esterne, la tipologia della relazione tra ognuno dei genitori e il bambino.
2015
978-88-017-1012-3
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