Sfondo e riferimento concreto del nostro contributo è l’esperienza del contratto di quartiere che ha riguardato l’insediamento di San Polo a Brescia, un progetto novecentesco disegnato da Leonardo Benevolo entro un quadro di politiche fondiarie e abitative lungimiranti. L’intenzione è fare luce attorno ai nessi tra forme tradizionali di amministrazione delle trasformazioni urbane da un lato e logiche importate dai programmi di matrice comunitaria dall’altro. Due diverse forme di razionalità, più lineare la prima, più articolata la seconda. La tesi è che tra queste due dimensioni insista una distanza difficile da colmare non solo nel caso di contesti istituzionali fragili, ma anche a fronte di una razionalità amministrativa efficace e consolidata attorno a procedure ordinarie. Il caso in esame offre buoni spunti per osservare in azione le implicazioni di tale distanza, sul piano politico e amministrativo. La mossa della torre, che equivale qui a una soluzione apparentemente lineare e profittevole (la demolizione della torre stessa) si dimostra inadeguata e denuncia la necessità di ripensare alle condizioni in cui si danno oggi processi di rigenerazione urbana, secondo una logica forse più simile alla mossa del cavallo: azioni residuali, ben temperate, caute, attente agli effetti secondari.
Il cavallo o la torre? Amministrare oggi la rigenerazione di un quartiere d'abitazione
BADIANI, Barbara
;
2014-01-01
Abstract
Sfondo e riferimento concreto del nostro contributo è l’esperienza del contratto di quartiere che ha riguardato l’insediamento di San Polo a Brescia, un progetto novecentesco disegnato da Leonardo Benevolo entro un quadro di politiche fondiarie e abitative lungimiranti. L’intenzione è fare luce attorno ai nessi tra forme tradizionali di amministrazione delle trasformazioni urbane da un lato e logiche importate dai programmi di matrice comunitaria dall’altro. Due diverse forme di razionalità, più lineare la prima, più articolata la seconda. La tesi è che tra queste due dimensioni insista una distanza difficile da colmare non solo nel caso di contesti istituzionali fragili, ma anche a fronte di una razionalità amministrativa efficace e consolidata attorno a procedure ordinarie. Il caso in esame offre buoni spunti per osservare in azione le implicazioni di tale distanza, sul piano politico e amministrativo. La mossa della torre, che equivale qui a una soluzione apparentemente lineare e profittevole (la demolizione della torre stessa) si dimostra inadeguata e denuncia la necessità di ripensare alle condizioni in cui si danno oggi processi di rigenerazione urbana, secondo una logica forse più simile alla mossa del cavallo: azioni residuali, ben temperate, caute, attente agli effetti secondari.File | Dimensione | Formato | |
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