Il concetto di «maturazione neurologica» viene ridimensionato, per molti aspetti rivoluzionato: sono gli apprendimenti neonatali (e fetali) che determinano le connessioni neurali, la micromorfologia del cervello, e dunque la fisiologia; la genetica dell’homo sapiens provvede solo una potenzialità: tutta la maturazione, in senso specifico, è invece apprendimento, soprattutto neonatale. Nessuno ha un cervello uguale a un altro e l’individualità della mente-cervello si struttura sulla base della costruzione cerebrale che avviene per apprendimenti nella relazione madre/neonato-bambino; di quella madre, con quel bambino. Apprendimento significa che ciò che viene acquisito (appreso) è quello che viene elaborato dalla mente che lo riceve nella modulazione relazionale . Le cure materne strutturano il cervello del bimbo, verso l’ottimalità piuttosto che verso la disfunzionalità o la patologia. Costruzione ottimale piuttosto che deficitaria, o patologica, a seconda della qualità della relazione (Imbasciati 2006). La qualità di questo dialogo – non verbale né intenzionale, e neppure consapevole, ha un potente effetto di «regolazione» o di «disregolazione» sulla maturazione cerebrale (Schore 2003) che può generare una struttura mentale ottimale piuttosto che variamente deficitaria-patologica. Tale dialogo viaggia sulla comunicazione non verbale, del caregiver e del neonato-bimbo: sintonica, regolatrice, il che implica la capacità materna di capire il significato di quanto emette il bimbo e di emettere di conseguenza significanti adeguati e comprensibili per il bimbo stesso, oppure senza sintonia, senza corrispondenza, contraddittori, non rispondenti, oppure invasivi, che strutturano una futura mente non certo ottimale. Le cure materne, lungi dall’essere semplice accudimento materiale per la sopravvivenza, costituiscono la base della costruzione della mente del bimbo e della modulazione di questa su ogni ulteriore sviluppo psichico. Nel capitolo viene messo in evidenza l’intreccio e la convergenza dei vari contributi scientifici, Infant Research, psicoanalisi, teoria psicoanalitica e neuroscienze che da punti di vista diversi o con modalità di lettura differenti, si sono rivelati convergenti nel definire in che cosa scientificamente consista ciò che si intende per «cure materne»; e pertanto i loro effetti. Nel corso dei primi due anni di vita si struttura un sistema di regolazione affettivo-emotiva di tipo diadico fondato su reciproche sintonizzazioni. La capacità della madre di comprendere le proprie emozioni ha un’influenza fondamentale sui processi di regolazione emotiva nel suo bimbo, perché le permette di capire che cosa le trasmette il suo bimbo e quindi di instaurare con lui un dialogo effettivo. Tale funzione è pertanto essenziale per lo sviluppo emotivo (Sroufe 1996) e comunicativo del figlio. Questo è connesso alla progressiva capacità che egli apprende dalla madre, nel corso del primo anno di vita, relativamente alla regolazione delle proprie emozioni (Riva Crugnola 2007) e pertanto di esprimerle adeguatamente nelle proprie interazioni e relazioni. Ciò costituirà la base del suo comportamento, nel suo futuro orientarsi nella cognizione della realtà. Si tratta della base della capacità di pensare: la mente inizia in quello che è chiamato «scambio emotivo»: i diversi contributi scientifici nei diversi orientamenti confluiscono nella spiegazione di come lo sviluppo avvenga per apprendimento relazionale di quanto veicolato nelle interazioni: la qualità delle interazioni si può individuare nei significanti della comunicazione non verbale, e nei rispettivi significati che sono veicolati dai significanti e per mezzo di questi trasmessi al bambino. La modulazione della comunicazione è data dal grado di sintonizzazione tra i membri della diade, che consente alla mente del bimbo di apprendere e di strutturarsi. Essenziale riferimento si fa innanzitutto a una rivalutazione della affettività primaria, inconsapevole, inconscia, e dunque ai processi inconsapevoli che stanno alla base delle modalità primarie attraverso cui la madre trasmette al bimbo e il bimbo elabora quello che la madre gli trasmette. I processi affettivi inconsapevoli sono strutturanti lo sviluppo del futuro individuo a seconda del modo con cui verranno trasmessi, modulati, veicolati, sintonizzati piuttosto che distonici rispetto a quanto emette il bimbo, e di conseguenza trasformati ed eventualmente assimilati. L’affettività non è qualcosa che promana dal soggetto, come talora si crede, bensì si costruisce per la relazione e corrisponde a precise strutturazioni che si costruiscono nel cervello. L’affettività primaria è fondante,e viene indagata nelle sue manifestazioni e modulazioni attraverso lo studio dello sviluppo della reciproca regolazione emotiva, sia coi metodi propri della psicologia, sia da quelli delle neuroscienze: la ricerca neurobiologica (Fox 1994; Siegel 1999, 2001; Schore 2003) ha studiato la regolazione emotiva nelle sue origini,nell’interiorizzazione delle regolazioni affettivo-emotive che intercorrono entro la relazione primaria madre-bambino e nella loro funzione di strutturazione neurale.

La matrice dello sviluppo del futuro individuo

CENA, Loredana
2011-01-01

Abstract

Il concetto di «maturazione neurologica» viene ridimensionato, per molti aspetti rivoluzionato: sono gli apprendimenti neonatali (e fetali) che determinano le connessioni neurali, la micromorfologia del cervello, e dunque la fisiologia; la genetica dell’homo sapiens provvede solo una potenzialità: tutta la maturazione, in senso specifico, è invece apprendimento, soprattutto neonatale. Nessuno ha un cervello uguale a un altro e l’individualità della mente-cervello si struttura sulla base della costruzione cerebrale che avviene per apprendimenti nella relazione madre/neonato-bambino; di quella madre, con quel bambino. Apprendimento significa che ciò che viene acquisito (appreso) è quello che viene elaborato dalla mente che lo riceve nella modulazione relazionale . Le cure materne strutturano il cervello del bimbo, verso l’ottimalità piuttosto che verso la disfunzionalità o la patologia. Costruzione ottimale piuttosto che deficitaria, o patologica, a seconda della qualità della relazione (Imbasciati 2006). La qualità di questo dialogo – non verbale né intenzionale, e neppure consapevole, ha un potente effetto di «regolazione» o di «disregolazione» sulla maturazione cerebrale (Schore 2003) che può generare una struttura mentale ottimale piuttosto che variamente deficitaria-patologica. Tale dialogo viaggia sulla comunicazione non verbale, del caregiver e del neonato-bimbo: sintonica, regolatrice, il che implica la capacità materna di capire il significato di quanto emette il bimbo e di emettere di conseguenza significanti adeguati e comprensibili per il bimbo stesso, oppure senza sintonia, senza corrispondenza, contraddittori, non rispondenti, oppure invasivi, che strutturano una futura mente non certo ottimale. Le cure materne, lungi dall’essere semplice accudimento materiale per la sopravvivenza, costituiscono la base della costruzione della mente del bimbo e della modulazione di questa su ogni ulteriore sviluppo psichico. Nel capitolo viene messo in evidenza l’intreccio e la convergenza dei vari contributi scientifici, Infant Research, psicoanalisi, teoria psicoanalitica e neuroscienze che da punti di vista diversi o con modalità di lettura differenti, si sono rivelati convergenti nel definire in che cosa scientificamente consista ciò che si intende per «cure materne»; e pertanto i loro effetti. Nel corso dei primi due anni di vita si struttura un sistema di regolazione affettivo-emotiva di tipo diadico fondato su reciproche sintonizzazioni. La capacità della madre di comprendere le proprie emozioni ha un’influenza fondamentale sui processi di regolazione emotiva nel suo bimbo, perché le permette di capire che cosa le trasmette il suo bimbo e quindi di instaurare con lui un dialogo effettivo. Tale funzione è pertanto essenziale per lo sviluppo emotivo (Sroufe 1996) e comunicativo del figlio. Questo è connesso alla progressiva capacità che egli apprende dalla madre, nel corso del primo anno di vita, relativamente alla regolazione delle proprie emozioni (Riva Crugnola 2007) e pertanto di esprimerle adeguatamente nelle proprie interazioni e relazioni. Ciò costituirà la base del suo comportamento, nel suo futuro orientarsi nella cognizione della realtà. Si tratta della base della capacità di pensare: la mente inizia in quello che è chiamato «scambio emotivo»: i diversi contributi scientifici nei diversi orientamenti confluiscono nella spiegazione di come lo sviluppo avvenga per apprendimento relazionale di quanto veicolato nelle interazioni: la qualità delle interazioni si può individuare nei significanti della comunicazione non verbale, e nei rispettivi significati che sono veicolati dai significanti e per mezzo di questi trasmessi al bambino. La modulazione della comunicazione è data dal grado di sintonizzazione tra i membri della diade, che consente alla mente del bimbo di apprendere e di strutturarsi. Essenziale riferimento si fa innanzitutto a una rivalutazione della affettività primaria, inconsapevole, inconscia, e dunque ai processi inconsapevoli che stanno alla base delle modalità primarie attraverso cui la madre trasmette al bimbo e il bimbo elabora quello che la madre gli trasmette. I processi affettivi inconsapevoli sono strutturanti lo sviluppo del futuro individuo a seconda del modo con cui verranno trasmessi, modulati, veicolati, sintonizzati piuttosto che distonici rispetto a quanto emette il bimbo, e di conseguenza trasformati ed eventualmente assimilati. L’affettività non è qualcosa che promana dal soggetto, come talora si crede, bensì si costruisce per la relazione e corrisponde a precise strutturazioni che si costruiscono nel cervello. L’affettività primaria è fondante,e viene indagata nelle sue manifestazioni e modulazioni attraverso lo studio dello sviluppo della reciproca regolazione emotiva, sia coi metodi propri della psicologia, sia da quelli delle neuroscienze: la ricerca neurobiologica (Fox 1994; Siegel 1999, 2001; Schore 2003) ha studiato la regolazione emotiva nelle sue origini,nell’interiorizzazione delle regolazioni affettivo-emotive che intercorrono entro la relazione primaria madre-bambino e nella loro funzione di strutturazione neurale.
2011
9788897412144
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/453133
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