Il capitolo esamina alcune delle tematiche di confronto e dibattito attuale ma soprattutto di ricerca di integrazione tra le neuroscienze e la psicoanalisi nella prospettiva di un modello integrato di funzionamento mentale. Psicoanalisi e neuroscienze hanno entrambe come oggetto di indagine la mente, ma i rispettivi punti di vista sono differenti: la psicoanalisi studia la mente esplorandola con le altre menti, mentre le neuroscienze le studiano nei processi biologici che la rendono possibile. Oggi la ricerca neurobiologica è in grado di fornire informazioni valide su come e perché si origini e funzioni la mente. Le neuroscienze possono fornire alle teorie della psicoanalisi quella validazione empirica così tanto auspicata da Freud, che considerava la biologia come un campo dalle possibilità illimitate, dal quale ci dobbiamo attendere le più sorprendenti delucidazioni (Freud, 1895). L’interesse per le funzioni del cervello e della mente in ambito neuroscientifico coinvolge molti livelli da quello molecolare, a quello cellulare (neuronale); dal livello dei sistemi neurali relativamente piccoli, a quelli maggiori come le colonne corticali (che mediano la percezione visiva), fino ai grandi sistemi come la corteccia cerebrale e il cervelletto (cerebellum). il sistema nervoso viene esaminato nella sua complessità dal punto di vista neuro-biologico ma anche psicologico (Ramachandran, 2011; Eagleman 2012; Oliverio, 2009); cervello e mente diventano un paradigma di interessante dibattito scientifico (Uttal, 2011; Argentieri, 2001) e le neuroscienze, in questi ultimi anni hanno assunto interessanti prospettive anche per la psicologia clinica, fornendo le basi per un dialogo mente-cervello (Mundo, 2009). I neuro scienziati hanno contribuito a rilevare una matrice biochimica e neurologica ai processi psichici rilevati dalla psiconalisi e hanno evidenziato il legame tra lo sviluppo cerebrale infantile e la qualità dello scambio affettivo tra il bambino e la figura primaria di accudimento (Siegel, 1999): i processi mentali e le connessioni cerebrali, per quanto geneticamente costituiti nella macromorfologia neuronale dell’encefalo, si sviluppano per esperienze relazionali precoci, in specifico le cure parentali (Stern, 1985;Emde, 1988; Schore 1994; Siegel 1999). La Psicoanalisi attuale sta facendo tentativi interessanti anche se complessi e di non semplice eplicazione concettuale, per descrivere il funzionamento della mente, nell’ottica di una prospettiva neuroscientifca, cercando conferme nelle evidenze sperimentali .

Nuove prospettive per un modello integrato di funzionamento mentale

CENA, Loredana
2014-01-01

Abstract

Il capitolo esamina alcune delle tematiche di confronto e dibattito attuale ma soprattutto di ricerca di integrazione tra le neuroscienze e la psicoanalisi nella prospettiva di un modello integrato di funzionamento mentale. Psicoanalisi e neuroscienze hanno entrambe come oggetto di indagine la mente, ma i rispettivi punti di vista sono differenti: la psicoanalisi studia la mente esplorandola con le altre menti, mentre le neuroscienze le studiano nei processi biologici che la rendono possibile. Oggi la ricerca neurobiologica è in grado di fornire informazioni valide su come e perché si origini e funzioni la mente. Le neuroscienze possono fornire alle teorie della psicoanalisi quella validazione empirica così tanto auspicata da Freud, che considerava la biologia come un campo dalle possibilità illimitate, dal quale ci dobbiamo attendere le più sorprendenti delucidazioni (Freud, 1895). L’interesse per le funzioni del cervello e della mente in ambito neuroscientifico coinvolge molti livelli da quello molecolare, a quello cellulare (neuronale); dal livello dei sistemi neurali relativamente piccoli, a quelli maggiori come le colonne corticali (che mediano la percezione visiva), fino ai grandi sistemi come la corteccia cerebrale e il cervelletto (cerebellum). il sistema nervoso viene esaminato nella sua complessità dal punto di vista neuro-biologico ma anche psicologico (Ramachandran, 2011; Eagleman 2012; Oliverio, 2009); cervello e mente diventano un paradigma di interessante dibattito scientifico (Uttal, 2011; Argentieri, 2001) e le neuroscienze, in questi ultimi anni hanno assunto interessanti prospettive anche per la psicologia clinica, fornendo le basi per un dialogo mente-cervello (Mundo, 2009). I neuro scienziati hanno contribuito a rilevare una matrice biochimica e neurologica ai processi psichici rilevati dalla psiconalisi e hanno evidenziato il legame tra lo sviluppo cerebrale infantile e la qualità dello scambio affettivo tra il bambino e la figura primaria di accudimento (Siegel, 1999): i processi mentali e le connessioni cerebrali, per quanto geneticamente costituiti nella macromorfologia neuronale dell’encefalo, si sviluppano per esperienze relazionali precoci, in specifico le cure parentali (Stern, 1985;Emde, 1988; Schore 1994; Siegel 1999). La Psicoanalisi attuale sta facendo tentativi interessanti anche se complessi e di non semplice eplicazione concettuale, per descrivere il funzionamento della mente, nell’ottica di una prospettiva neuroscientifca, cercando conferme nelle evidenze sperimentali .
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