La monografia si occupa della tutela cautelare, definendo come tale quel provvedimento conclusivo dell’omonimo procedimento mediante il quale si dà l’opportunità al ricorrente di chiedere al giudice che nelle more del processo venga inibita l’esecuzione del provvedimento impugnato o venga adottata un’altra misura provvisoria in attesa della sentenza di merito. La sua disciplina generale era contenuta nell’art. 21, c. 8 e seguenti, della l. n. 1034/1971, (d’ora in avanti L. Tar), sostituito dagli artt. 55-62, d.lgs. n. 104/2010, il Codice del processo amministrativo, e successive modifiche e integrazioni. La ricerca si è posta un duplice obiettivo. In primo luogo si è voluto verificare se anche a seguito dell’entrata in vigore del Codice si possa ancora parlare della cd. “crisi della strumentalità”, cercando di rinvenire l’attualità o meno di tale principio ontologico della fase cautelare sia in riferimento ai diversi modelli di misure cautelari disciplinate dal Codice (ordinanza collegiale, decreto monocratico in causam ovvero ante causam) sia con riguardo al principio dell’atipicità delle misure interinali. In secondo luogo, la ricerca si è posta l’obiettivo di verificare se la disciplina della tutela cautelare, nel passaggio dalla L. Tar, modificata nel 2000, all’attuale Codice, abbia in concreto accresciuto o meno l’effettività della tutela giurisdizionale, di tutte le parti processuali, sotto i profili della tempestività, dell’adeguatezza e della pienezza della tutela, nel rispetto dei princìpi costituzionali, europei e internazionali. In altri termini, la ricerca si pone l’obiettivo di verificare se il Codice, almeno in parte e sulla base del mero dettato letterale della norma e in attesa di sue precise applicazioni, abbia risolto le molteplici criticità che si erano sollevate con la l. n. 205/2000 e in qualche modo contrarie all’effettività della tutela. Una di queste è di certo la necessità che la tutela cautelare sappia bilanciare due interessi contrapposti: da un lato quello del ricorrente che lamenta una violazione della legge e aspira ad una tutela celere, dall’altro quello della pubblica amministrazione a portare ad esecuzione i propri provvedimenti.

La tutela cautelare nel processo amministrativo. Dalla l. n. 205/2000 al Codice del processo amministrativo

LEONARDI, Roberto
2010-01-01

Abstract

La monografia si occupa della tutela cautelare, definendo come tale quel provvedimento conclusivo dell’omonimo procedimento mediante il quale si dà l’opportunità al ricorrente di chiedere al giudice che nelle more del processo venga inibita l’esecuzione del provvedimento impugnato o venga adottata un’altra misura provvisoria in attesa della sentenza di merito. La sua disciplina generale era contenuta nell’art. 21, c. 8 e seguenti, della l. n. 1034/1971, (d’ora in avanti L. Tar), sostituito dagli artt. 55-62, d.lgs. n. 104/2010, il Codice del processo amministrativo, e successive modifiche e integrazioni. La ricerca si è posta un duplice obiettivo. In primo luogo si è voluto verificare se anche a seguito dell’entrata in vigore del Codice si possa ancora parlare della cd. “crisi della strumentalità”, cercando di rinvenire l’attualità o meno di tale principio ontologico della fase cautelare sia in riferimento ai diversi modelli di misure cautelari disciplinate dal Codice (ordinanza collegiale, decreto monocratico in causam ovvero ante causam) sia con riguardo al principio dell’atipicità delle misure interinali. In secondo luogo, la ricerca si è posta l’obiettivo di verificare se la disciplina della tutela cautelare, nel passaggio dalla L. Tar, modificata nel 2000, all’attuale Codice, abbia in concreto accresciuto o meno l’effettività della tutela giurisdizionale, di tutte le parti processuali, sotto i profili della tempestività, dell’adeguatezza e della pienezza della tutela, nel rispetto dei princìpi costituzionali, europei e internazionali. In altri termini, la ricerca si pone l’obiettivo di verificare se il Codice, almeno in parte e sulla base del mero dettato letterale della norma e in attesa di sue precise applicazioni, abbia risolto le molteplici criticità che si erano sollevate con la l. n. 205/2000 e in qualche modo contrarie all’effettività della tutela. Una di queste è di certo la necessità che la tutela cautelare sappia bilanciare due interessi contrapposti: da un lato quello del ricorrente che lamenta una violazione della legge e aspira ad una tutela celere, dall’altro quello della pubblica amministrazione a portare ad esecuzione i propri provvedimenti.
2010
9788814156144
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/42546
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