L’indagine svolta su un campione di imprese manifatturiere della provincia di Brescia evidenzia come la manodopera straniera svolga prevalentemente mansioni non molto qualificate, per le quali la forza lavoro autoctona non si rende disponibile. I lavoratori stranieri maschi trovano impiego prevalentemente nel settore industriale, soprattutto nella sua componente a bassa valenza tecnologica e innovativa, che esprime elevata domanda di lavoro a basso costo, in grado di ovviare a cospicui investimenti in ristrutturazioni e riconversioni industriali. Emerge la necessità di processi formativi, sia in azienda che a livello istituzionale, volti a migliorare l’efficienza produttiva di questi lavoratori. Peraltro, ad un sensibile aumento dell’impiego di manodopera straniera (nel 1999 e soprattutto nel 2000) fa riscontro un ridimensionamento nel grado di soddisfazione espresso in proposito dall’imprenditoria bresciana. A fonte della richiesta di flessibilità da parte delle imprese, corrisponde un adattamento della manodopera straniera, che per il momento non sembra presentare difficoltà, anche se non manca il desiderio, da parte di alcune componenti, di affrancarsi da forme di lavoro precario, acquisendo capacità contrattuale. In un contesto provinciale in cui il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 4% ( ma nella realtà probabilmente inferiore per la presenza di lavoro sommerso), non di rado i programmi formativi previsti vengono interrotti dalle opportunità professionali che si presentano. Come già è avvenuto in passato per la popolazione locale, è probabile che i figli dei lavoratori immigrati investiranno nel loro futuro professionale, privilegiando percorsi formativi in grado di migliorarne la collocazione nella scala sociale. Il processo di integrazione della componente straniera presente sul territorio è segnalato da vari indicatori, demografici, sociali, del mercato del lavoro; preoccupano le problematiche derivanti dalla mancata programmazione dei relativi aspetti implicati.
Le forze di lavoro extracomunitarie
TAGLIAFERRI, Tiziana
2002-01-01
Abstract
L’indagine svolta su un campione di imprese manifatturiere della provincia di Brescia evidenzia come la manodopera straniera svolga prevalentemente mansioni non molto qualificate, per le quali la forza lavoro autoctona non si rende disponibile. I lavoratori stranieri maschi trovano impiego prevalentemente nel settore industriale, soprattutto nella sua componente a bassa valenza tecnologica e innovativa, che esprime elevata domanda di lavoro a basso costo, in grado di ovviare a cospicui investimenti in ristrutturazioni e riconversioni industriali. Emerge la necessità di processi formativi, sia in azienda che a livello istituzionale, volti a migliorare l’efficienza produttiva di questi lavoratori. Peraltro, ad un sensibile aumento dell’impiego di manodopera straniera (nel 1999 e soprattutto nel 2000) fa riscontro un ridimensionamento nel grado di soddisfazione espresso in proposito dall’imprenditoria bresciana. A fonte della richiesta di flessibilità da parte delle imprese, corrisponde un adattamento della manodopera straniera, che per il momento non sembra presentare difficoltà, anche se non manca il desiderio, da parte di alcune componenti, di affrancarsi da forme di lavoro precario, acquisendo capacità contrattuale. In un contesto provinciale in cui il tasso di disoccupazione ufficiale è intorno al 4% ( ma nella realtà probabilmente inferiore per la presenza di lavoro sommerso), non di rado i programmi formativi previsti vengono interrotti dalle opportunità professionali che si presentano. Come già è avvenuto in passato per la popolazione locale, è probabile che i figli dei lavoratori immigrati investiranno nel loro futuro professionale, privilegiando percorsi formativi in grado di migliorarne la collocazione nella scala sociale. Il processo di integrazione della componente straniera presente sul territorio è segnalato da vari indicatori, demografici, sociali, del mercato del lavoro; preoccupano le problematiche derivanti dalla mancata programmazione dei relativi aspetti implicati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.