Il progresso tecnologico ha permesso di tenere in vita i neonati prematuri che fino a qualche decade addietro non sarebbero sopravvissuti. In terapia intensiva neonatale compatibilmente con le problematiche mediche del bimbo si promuove l'indispensabile contatto fisico attraverso la CARE del personale e dei genitori.I genitori sono chiamati ad essere partecipi direttamente di questo processo indispensabile per la crescita psicofisica del loro bimbo, soprattutto per ricostruire quella relazione intima avviata in gravidanza e interrotta dalla nascita prematura. La ricerca internazionale concorda che tra i fattori di supporto alla relazione genitore-bambino durante il ricovero ospedaliero siano utili prevalentemente: un sostegno ai genitori, attraverso informazioni relative alle esigenze di accudimento del piccolo, il contatto fisico-emotivo della CARE e un supporto che il personale medico-infermieristico, psicologi in particolare, e altri genitori che hanno già avuto esperienze simili possono dare ai genitori del pretermine Psicologi clinici, ginecologi-ostetrici, ricercatori dell’Università di Brescia, Facoltà di Medicina e Chirurgia (Imbasciati, Pecorelli, Cena, Lojacono,) insieme a medici, pediatri neonatologi dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (Chirico, Angeli) e del Nido (Gasparoni) degli Spedali Civili di Brescia con la collaborazione di ostetriche, puericultrici, infermieri e personale socio-sanitario e dell’Associazione “Nati per vivere”, si sono attivati in questa direzione, secondo le prospettive degli studi internazionali, e hanno costituito una collaborazione nell’ottica di apportare un contributo alla ricerca nazionale (2009) coordinata da un gruppo dei ricercatori dell’Università di Bologna Baldoni, Facondini), con la partecipazione dei neonatologi dell’ospedale di Rimini (Romeo) e con la supervisione della nota studiosa Patricia Crittenden del Family Relations Institute di Miami, e dell’International Association for the Study of Attachment. La seconda parte della nostra relazione consisterà nella esplicitazione del disegno e della metodologia della ricerca, nonché dello specifico intervento che da essa è stato costruito in via sperimentale. Il corrispettivo impegno in sinergia di tutti questi professionisti e ricercatori è quello di individuare modalità sempre più efficaci per consentire a tutti i prematuri … “nati per vivere” e ai loro genitori la possibilità di farlo nel migliore dei modi.

La psicologia clinica perinatale: ricerca-intervento con famiglie di nati pretermine”

CENA, Loredana;
2010-01-01

Abstract

Il progresso tecnologico ha permesso di tenere in vita i neonati prematuri che fino a qualche decade addietro non sarebbero sopravvissuti. In terapia intensiva neonatale compatibilmente con le problematiche mediche del bimbo si promuove l'indispensabile contatto fisico attraverso la CARE del personale e dei genitori.I genitori sono chiamati ad essere partecipi direttamente di questo processo indispensabile per la crescita psicofisica del loro bimbo, soprattutto per ricostruire quella relazione intima avviata in gravidanza e interrotta dalla nascita prematura. La ricerca internazionale concorda che tra i fattori di supporto alla relazione genitore-bambino durante il ricovero ospedaliero siano utili prevalentemente: un sostegno ai genitori, attraverso informazioni relative alle esigenze di accudimento del piccolo, il contatto fisico-emotivo della CARE e un supporto che il personale medico-infermieristico, psicologi in particolare, e altri genitori che hanno già avuto esperienze simili possono dare ai genitori del pretermine Psicologi clinici, ginecologi-ostetrici, ricercatori dell’Università di Brescia, Facoltà di Medicina e Chirurgia (Imbasciati, Pecorelli, Cena, Lojacono,) insieme a medici, pediatri neonatologi dei reparti di Terapia Intensiva Neonatale (Chirico, Angeli) e del Nido (Gasparoni) degli Spedali Civili di Brescia con la collaborazione di ostetriche, puericultrici, infermieri e personale socio-sanitario e dell’Associazione “Nati per vivere”, si sono attivati in questa direzione, secondo le prospettive degli studi internazionali, e hanno costituito una collaborazione nell’ottica di apportare un contributo alla ricerca nazionale (2009) coordinata da un gruppo dei ricercatori dell’Università di Bologna Baldoni, Facondini), con la partecipazione dei neonatologi dell’ospedale di Rimini (Romeo) e con la supervisione della nota studiosa Patricia Crittenden del Family Relations Institute di Miami, e dell’International Association for the Study of Attachment. La seconda parte della nostra relazione consisterà nella esplicitazione del disegno e della metodologia della ricerca, nonché dello specifico intervento che da essa è stato costruito in via sperimentale. Il corrispettivo impegno in sinergia di tutti questi professionisti e ricercatori è quello di individuare modalità sempre più efficaci per consentire a tutti i prematuri … “nati per vivere” e ai loro genitori la possibilità di farlo nel migliore dei modi.
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