Con drenaggio urbano si intende la raccolta delle acque prodotte nelle zone urbanizzate. L’urbanizzazione implica notevoli variazioni delle caratteristiche del suolo, in genere rendendolo più impermeabile, e modifica la conformazione del reticolo di canali adibito alla raccolta dei deflussi meteorici. Una corretta pianificazione del drenaggio urbano dovrebbe consentire di: − ridurre l’eccesso di deflusso meteorico per evitare le problematiche degli allagamenti delle zone abitate; − ridurre il quantitativo d’inquinante riversato nei ricettori terminali per non alterare la qualità dell’ecosistema; − contenere i costi di costruzione e gestione delle opere di drenaggio, fatti salvi i requisiti di sicurezza idraulica e ambientale. La normativa tecnica più recente ha introdotto molte prescrizioni che modificano, in genere ripercorrendo i concetti prima evidenziati, l’approccio del progettista delle strutture adibite alla raccolta e al trattamento dei deflussi meteorici. La legge quadro sulla tutela delle acque definisce i requisiti degli scarichi ai fini del miglioramento di qualità del ricettore terminale, che è funzione anche dei contributi di acque meteoriche. Le normative regionali sulle acque di prima pioggia e i piani di tutela delle acque contengono una serie di prescrizioni che, per essere rispettate, impongono l’introduzione di modalità di calcolo non tradizionali e l’applicazione di tecnologie innovative. L’organizzazione del testo tenta di rispondere alle necessità di approfondimento che derivano dal nuovo approccio tecnico e normativo sinteticamente descritto. La parte introduttiva del testo esamina la recente normativa di settore e riporta, a titolo d’esempio, alcune normative regionali sulle acque di pioggia. Questa impostazione dovrebbe consentire di fissare meglio i termini del problema. Il terzo capitolo tratta le modalità di elaborazione delle precipitazioni per la valutazione dei deflussi superficiali. In modo sintetico vengono descritti tutti i parametri indispensabili per la progettazione delle opere di drenaggio. Alcuni di questi, come la statistica degli intervalli di tempo asciutto, non rientrano nei contenuti tradizionali dei corsi accademici d’Idrologia Tecnica, e quindi sono spiegati con maggiore dettaglio. Il contenuto del quarto capitolo, che può essere eventualmente omesso in prima lettura, è interamente dedicato all’analisi delle caratteristiche chimiche e fisiche degli inquinanti prodotti dal dilavamento delle superfici urbanizzate e alla descrizione dei meccanismi di trasporto in superficie e nel sottosuolo. Questi concetti sono indispensabili per valutare le conseguenze subite dal ricettore terminale che riceve gli scarichi delle acque dilavate e sono propedeutici alla valutazione del processo di trattamento più idoneo. Il capitolo quinto rappresenta, ai fini progettuali, la parte più importante del testo. Vengono infatti descritte le modalità di dimensionamento e verifica delle strutture che consentono di mitigare gli effetti dell’urbanizzazione, come le opere d’infiltrazione e stoccaggio delle acque meteoriche o i bacini asciutti e umidi di detenzione. Alla fine del capitolo sono sviluppati, in modo completo, alcuni esempi di calcolo che facilitano la comprensione della teoria e rendono più immediata la sua applicazione. Nel sesto capitolo, fondamentale per una completa applicazione dei principi normativi contenuti nelle leggi di tutela delle acque nazionali e regionali, vengono trattati i criteri di valutazione dello stato di qualità del ricettore e la determinazione del rischio idraulico di degrado conseguente l’immissione d’inquinanti derivati dal dilavamento delle superfici urbanizzate. Questa trattazione viene effettuata sia in modo empirico che con formulazioni basate sulla teoria della probabilità, in accordo ai più recenti metodi di valutazione. Infine il capitolo conclusivo riporta due casi di studio completi, uno applicato all’area urbana del Comune di Mantova e allo sviluppo del piano regolatore, e il secondo ad un distretto con elevata densità industriale: oltre mille attività produttive idro-esigenti su 25.000 abitanti. Gli esempi consentono di evidenziare le modalità di applicazione delle teorie contenute nel testo a problematiche più complesse, con l’obbiettivo di fornire una visione d’insieme delle modalità di approccio integrato alla progettazione delle strutture di drenaggio urbano. Infine saremo grati a tutti coloro che vorranno gentilmente fornire commenti e, cosa inevitabile per una materia così vasta e complessa, segnalarci eventuali sviste, errori o omissioni.

Drenaggio Urbano teorie e applicazioni per l'accumulo il trattamento e lo smaltimento delle acque meteoriche

MURACA, Alessandro;
2006-01-01

Abstract

Con drenaggio urbano si intende la raccolta delle acque prodotte nelle zone urbanizzate. L’urbanizzazione implica notevoli variazioni delle caratteristiche del suolo, in genere rendendolo più impermeabile, e modifica la conformazione del reticolo di canali adibito alla raccolta dei deflussi meteorici. Una corretta pianificazione del drenaggio urbano dovrebbe consentire di: − ridurre l’eccesso di deflusso meteorico per evitare le problematiche degli allagamenti delle zone abitate; − ridurre il quantitativo d’inquinante riversato nei ricettori terminali per non alterare la qualità dell’ecosistema; − contenere i costi di costruzione e gestione delle opere di drenaggio, fatti salvi i requisiti di sicurezza idraulica e ambientale. La normativa tecnica più recente ha introdotto molte prescrizioni che modificano, in genere ripercorrendo i concetti prima evidenziati, l’approccio del progettista delle strutture adibite alla raccolta e al trattamento dei deflussi meteorici. La legge quadro sulla tutela delle acque definisce i requisiti degli scarichi ai fini del miglioramento di qualità del ricettore terminale, che è funzione anche dei contributi di acque meteoriche. Le normative regionali sulle acque di prima pioggia e i piani di tutela delle acque contengono una serie di prescrizioni che, per essere rispettate, impongono l’introduzione di modalità di calcolo non tradizionali e l’applicazione di tecnologie innovative. L’organizzazione del testo tenta di rispondere alle necessità di approfondimento che derivano dal nuovo approccio tecnico e normativo sinteticamente descritto. La parte introduttiva del testo esamina la recente normativa di settore e riporta, a titolo d’esempio, alcune normative regionali sulle acque di pioggia. Questa impostazione dovrebbe consentire di fissare meglio i termini del problema. Il terzo capitolo tratta le modalità di elaborazione delle precipitazioni per la valutazione dei deflussi superficiali. In modo sintetico vengono descritti tutti i parametri indispensabili per la progettazione delle opere di drenaggio. Alcuni di questi, come la statistica degli intervalli di tempo asciutto, non rientrano nei contenuti tradizionali dei corsi accademici d’Idrologia Tecnica, e quindi sono spiegati con maggiore dettaglio. Il contenuto del quarto capitolo, che può essere eventualmente omesso in prima lettura, è interamente dedicato all’analisi delle caratteristiche chimiche e fisiche degli inquinanti prodotti dal dilavamento delle superfici urbanizzate e alla descrizione dei meccanismi di trasporto in superficie e nel sottosuolo. Questi concetti sono indispensabili per valutare le conseguenze subite dal ricettore terminale che riceve gli scarichi delle acque dilavate e sono propedeutici alla valutazione del processo di trattamento più idoneo. Il capitolo quinto rappresenta, ai fini progettuali, la parte più importante del testo. Vengono infatti descritte le modalità di dimensionamento e verifica delle strutture che consentono di mitigare gli effetti dell’urbanizzazione, come le opere d’infiltrazione e stoccaggio delle acque meteoriche o i bacini asciutti e umidi di detenzione. Alla fine del capitolo sono sviluppati, in modo completo, alcuni esempi di calcolo che facilitano la comprensione della teoria e rendono più immediata la sua applicazione. Nel sesto capitolo, fondamentale per una completa applicazione dei principi normativi contenuti nelle leggi di tutela delle acque nazionali e regionali, vengono trattati i criteri di valutazione dello stato di qualità del ricettore e la determinazione del rischio idraulico di degrado conseguente l’immissione d’inquinanti derivati dal dilavamento delle superfici urbanizzate. Questa trattazione viene effettuata sia in modo empirico che con formulazioni basate sulla teoria della probabilità, in accordo ai più recenti metodi di valutazione. Infine il capitolo conclusivo riporta due casi di studio completi, uno applicato all’area urbana del Comune di Mantova e allo sviluppo del piano regolatore, e il secondo ad un distretto con elevata densità industriale: oltre mille attività produttive idro-esigenti su 25.000 abitanti. Gli esempi consentono di evidenziare le modalità di applicazione delle teorie contenute nel testo a problematiche più complesse, con l’obbiettivo di fornire una visione d’insieme delle modalità di approccio integrato alla progettazione delle strutture di drenaggio urbano. Infine saremo grati a tutti coloro che vorranno gentilmente fornire commenti e, cosa inevitabile per una materia così vasta e complessa, segnalarci eventuali sviste, errori o omissioni.
2006
8860930057
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