Il contributo propone una lettura dell’istituto della responsabilità processuale aggravata che ne valorizzi l’applicazione e, di conseguenza, le potenzialità in termini di incentivo verso comportamenti processualmente corretti. Inquadrata la norma nell’alveo della responsabilità aquiliana, rispetto alla quale si pone, tuttavia, in un rapporto di specialità, vengono passati in rassegna in senso critico i più recenti tentativi giurisprudenziali (e le relative prese di posizione della dottrina) di ampliare il raggio d’applicazione della norma de qua attraverso la facilitazione dell’onere della prova, da un lato, e l’ampliamento del contenuto dell’obbligazione risarcitoria ai danni non patrimoniali, dall’altro. Ponendosi in prospettiva maggiormente attenta alle funzioni perseguite dalla norma, viene in tal senso privilegiata un’ interpretazione che riconosca che il risarcimento del danno concesso alla vittima di una lite temeraria assume piuttosto la natura di una sanzione civile indiretta o di una pena privata di fonte giudiziale, perseguendo finalità precipuamente deterrenti e sanzionatorie rispetto ad un utilizzo distorto dello strumento processuale (interpretazione che trova, peraltro, conforto anche nella recente modifica dell’art. 385 c.p.c).
Responsabilità aggravata ed effetti regolatori.
BREDA, Rosanna
2009-01-01
Abstract
Il contributo propone una lettura dell’istituto della responsabilità processuale aggravata che ne valorizzi l’applicazione e, di conseguenza, le potenzialità in termini di incentivo verso comportamenti processualmente corretti. Inquadrata la norma nell’alveo della responsabilità aquiliana, rispetto alla quale si pone, tuttavia, in un rapporto di specialità, vengono passati in rassegna in senso critico i più recenti tentativi giurisprudenziali (e le relative prese di posizione della dottrina) di ampliare il raggio d’applicazione della norma de qua attraverso la facilitazione dell’onere della prova, da un lato, e l’ampliamento del contenuto dell’obbligazione risarcitoria ai danni non patrimoniali, dall’altro. Ponendosi in prospettiva maggiormente attenta alle funzioni perseguite dalla norma, viene in tal senso privilegiata un’ interpretazione che riconosca che il risarcimento del danno concesso alla vittima di una lite temeraria assume piuttosto la natura di una sanzione civile indiretta o di una pena privata di fonte giudiziale, perseguendo finalità precipuamente deterrenti e sanzionatorie rispetto ad un utilizzo distorto dello strumento processuale (interpretazione che trova, peraltro, conforto anche nella recente modifica dell’art. 385 c.p.c).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.