Rino Tami (1908 – 1994) è stato un architetto molto importante per la cultura architettonica ticinese per aver introdotto e diffuso negli anni 1930 l’architettura razionalista in Canton Ticino e per essere stato fino agli anni ‘90 un’indubbia figura di riferimento per gli architetti ticinesi. Dal materiale documentario e grafico dello studio professionale pervenuto presso l’Archivio del Moderno di Mendrisio (Canton Ticino, Svizzera) e, in particolar modo, dall’esame della corrispondenza privata è emersa una vasta rete di relazioni con esponenti della cultura italiana, francese, tedesca e nordica. Tami ha avuto una effettiva influenza della cultura architettonica italiana nel periodo della sua formazione presso la Scuola Superiore d’Architettura di Roma. Negli anni ’30-‘40 ha maturato una vocazione per l’architettura spontanea mediterranea e successivamente ha aderito all’architettura organica propugnata da Bruno Zevi. La sua “conversione” all’architettura razionalista, invece, non sarebbe dovuta a contatti con l’Italia e con il vicino Giuseppe Terragni, bensì, più verosimilmente all’insegnamento di Otto R. Salvisberg e poi all’amicizia con Alfred Roth: una svolta graduale, quest’ultima, maturata nell’arco di un decennio.
Rino Tami e la cultura architettonica italiana: punti di tangenza
LUPO, Giulio
2008-01-01
Abstract
Rino Tami (1908 – 1994) è stato un architetto molto importante per la cultura architettonica ticinese per aver introdotto e diffuso negli anni 1930 l’architettura razionalista in Canton Ticino e per essere stato fino agli anni ‘90 un’indubbia figura di riferimento per gli architetti ticinesi. Dal materiale documentario e grafico dello studio professionale pervenuto presso l’Archivio del Moderno di Mendrisio (Canton Ticino, Svizzera) e, in particolar modo, dall’esame della corrispondenza privata è emersa una vasta rete di relazioni con esponenti della cultura italiana, francese, tedesca e nordica. Tami ha avuto una effettiva influenza della cultura architettonica italiana nel periodo della sua formazione presso la Scuola Superiore d’Architettura di Roma. Negli anni ’30-‘40 ha maturato una vocazione per l’architettura spontanea mediterranea e successivamente ha aderito all’architettura organica propugnata da Bruno Zevi. La sua “conversione” all’architettura razionalista, invece, non sarebbe dovuta a contatti con l’Italia e con il vicino Giuseppe Terragni, bensì, più verosimilmente all’insegnamento di Otto R. Salvisberg e poi all’amicizia con Alfred Roth: una svolta graduale, quest’ultima, maturata nell’arco di un decennio.File | Dimensione | Formato | |
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