Lo scritto offre un inquadramento sistematico dei rimedi dilatori disciplinati dagli artt. 1460 e 1461 c.c., analizzati alla luce della più recente evoluzione del diritto privato europeo e dell’incidenza sistematica dell’art. 71 Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di cose mobili. Una più attenta valutazione del nesso sinallagmatico che deve intercorrere tra le prestazioni per consentire l’impiego di questi rimedi induce a contestarne la tradizionale riconduzione alla c.d. «autotutela privata» e a ritenerli espressione di un più ampio principio, che legittima la sospensione dell’adempimento a fronte di una situazione dalla quale sia ragionevole dedurre un’attuale o potenziale violazione dell’obbligo di eseguire la controprestazione. Particolare attenzione è dunque dedicata all’individuazione dei connotati caratterizzanti le situazioni fattuali in presenza delle quali i rimedi possono essere esperiti e, segnatamente, ai rapporti intercorrenti tra l’inadempimento e il «mutamento» delle condizioni patrimoniali. Nella parte finale dello scritto si delineano i limiti di ammissibilità dell’esclusione convenzionale dell’esercizio dei rimedi dilatori (clausola solve et repete).
Le eccezioni dilatorie
ADDIS, Fabio
2006-01-01
Abstract
Lo scritto offre un inquadramento sistematico dei rimedi dilatori disciplinati dagli artt. 1460 e 1461 c.c., analizzati alla luce della più recente evoluzione del diritto privato europeo e dell’incidenza sistematica dell’art. 71 Convenzione di Vienna sulla vendita internazionale di cose mobili. Una più attenta valutazione del nesso sinallagmatico che deve intercorrere tra le prestazioni per consentire l’impiego di questi rimedi induce a contestarne la tradizionale riconduzione alla c.d. «autotutela privata» e a ritenerli espressione di un più ampio principio, che legittima la sospensione dell’adempimento a fronte di una situazione dalla quale sia ragionevole dedurre un’attuale o potenziale violazione dell’obbligo di eseguire la controprestazione. Particolare attenzione è dunque dedicata all’individuazione dei connotati caratterizzanti le situazioni fattuali in presenza delle quali i rimedi possono essere esperiti e, segnatamente, ai rapporti intercorrenti tra l’inadempimento e il «mutamento» delle condizioni patrimoniali. Nella parte finale dello scritto si delineano i limiti di ammissibilità dell’esclusione convenzionale dell’esercizio dei rimedi dilatori (clausola solve et repete).File | Dimensione | Formato | |
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