Il testo analizza le ragioni che legano il progetto alla sua costruzione (costruibilità). Viene analizzato il ruolo della tecnologia, “scienza ibrida” intesa troppo spesso come semplice insieme di “applicazioni” all'architettura di conoscenze e di saperi che hanno origini eterogenee. Il fine è, al contrario, di restituire alla tecnologia il ruolo (insito nel suo stesso etimo) di "tecnica" che risolve problemi costruttivi e ritrova nuove soluzioni strutturali, che impone ai materiali comportamenti severi che ne sfruttino a pieno qualità e caratteristiche. Si fa anche riferimento a una distinzione tra tecnologia high e low: categorie riconoscibili non tanto nell'uso di materiali diversi (può esserci alta tecnologia della pietra, del legno o di quanto si va sperimentando con lo stesso c.a.), ma nell'uso diverso dei materiali. L'high-tech, pur orientato verso soluzioni innovative, rischia oggi di confondere il mezzo con il fine, innalzando a "prodotti finiti" (anche linguisticamente) quelli che sono solo "ingredienti". Si riscontra, in sintesi, la necessità di riportare la tecnologia all'interno del dominio disciplinare dell'architettura non come un'accessoria "applicazione" per il progettare, ma piuttosto una sua necessaria "implicazione".

Architettura, progetto, costruzione

MONTUORI, Marina
2005-01-01

Abstract

Il testo analizza le ragioni che legano il progetto alla sua costruzione (costruibilità). Viene analizzato il ruolo della tecnologia, “scienza ibrida” intesa troppo spesso come semplice insieme di “applicazioni” all'architettura di conoscenze e di saperi che hanno origini eterogenee. Il fine è, al contrario, di restituire alla tecnologia il ruolo (insito nel suo stesso etimo) di "tecnica" che risolve problemi costruttivi e ritrova nuove soluzioni strutturali, che impone ai materiali comportamenti severi che ne sfruttino a pieno qualità e caratteristiche. Si fa anche riferimento a una distinzione tra tecnologia high e low: categorie riconoscibili non tanto nell'uso di materiali diversi (può esserci alta tecnologia della pietra, del legno o di quanto si va sperimentando con lo stesso c.a.), ma nell'uso diverso dei materiali. L'high-tech, pur orientato verso soluzioni innovative, rischia oggi di confondere il mezzo con il fine, innalzando a "prodotti finiti" (anche linguisticamente) quelli che sono solo "ingredienti". Si riscontra, in sintesi, la necessità di riportare la tecnologia all'interno del dominio disciplinare dell'architettura non come un'accessoria "applicazione" per il progettare, ma piuttosto una sua necessaria "implicazione".
2005
9788887570953
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