La mappatura della pericolosità idraulica in area di conoide può essere affrontata sia sulla base di approcci di carattere geomorfologico, per valutazioni di fenomeni di versante, sia tramite modelli a base idraulica, per eventi lungo le aste torrentizie. Il risultato dell’applicazione di questa seconda classe di metodi permette il calcolo delle grandezze su cui basare una classificazione razionale ed il più possibile oggettiva della pericolosità idraulica del territorio. Alcuni dei criteri di valutazione della pericolosità idraulica codificati dalle normative nazionali sono basati sulle grandezze caratteristiche del processo, quali ad esempio altezza e velocità della corrente; altri approcci muovono invece dagli esiti di studi condotti sulla stabilità di persone ed autoveicoli investiti da una corrente, ovvero soglie generalmente definite da funzioni di proporzionalità inversa tra velocità ed altezza della corrente. In generale, tuttavia, queste soglie sono introdotte senza una chiara spiegazione della loro origine. Nel lavoro vengono analizzate e comparate le normative in vigore in alcuni Stati, caratterizzate da approcci sensibilmente differenti, per poi applicarne i relativi criteri ad un caso test, di cui sono disponibili informazioni quali-quantitative, al fine di confrontare i diversi scenari di pericolosità desumibili dai risultati delle simulazioni numeriche del processo di esondazione. La riflessione finale è relativa all’opportunità di considerare, quale grandezza chiave nella classificazione dei gradi di pericolosità, la spinta globale della corrente in quanto funzione anche delle caratteristiche del fluido.

SUI CRITERI DI VALUTAZIONE DELLA PERICOLOSITÀ IDRAULICA IN AREA DI CONOIDE

MILANESI, Luca;PILOTTI, Marco
2012-01-01

Abstract

La mappatura della pericolosità idraulica in area di conoide può essere affrontata sia sulla base di approcci di carattere geomorfologico, per valutazioni di fenomeni di versante, sia tramite modelli a base idraulica, per eventi lungo le aste torrentizie. Il risultato dell’applicazione di questa seconda classe di metodi permette il calcolo delle grandezze su cui basare una classificazione razionale ed il più possibile oggettiva della pericolosità idraulica del territorio. Alcuni dei criteri di valutazione della pericolosità idraulica codificati dalle normative nazionali sono basati sulle grandezze caratteristiche del processo, quali ad esempio altezza e velocità della corrente; altri approcci muovono invece dagli esiti di studi condotti sulla stabilità di persone ed autoveicoli investiti da una corrente, ovvero soglie generalmente definite da funzioni di proporzionalità inversa tra velocità ed altezza della corrente. In generale, tuttavia, queste soglie sono introdotte senza una chiara spiegazione della loro origine. Nel lavoro vengono analizzate e comparate le normative in vigore in alcuni Stati, caratterizzate da approcci sensibilmente differenti, per poi applicarne i relativi criteri ad un caso test, di cui sono disponibili informazioni quali-quantitative, al fine di confrontare i diversi scenari di pericolosità desumibili dai risultati delle simulazioni numeriche del processo di esondazione. La riflessione finale è relativa all’opportunità di considerare, quale grandezza chiave nella classificazione dei gradi di pericolosità, la spinta globale della corrente in quanto funzione anche delle caratteristiche del fluido.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/176502
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact