LONG ABSTRACT. § INTRODUZIONE (CONTESTO DI RIFERIMENTO). L’importanza della comunicazione economico-finanziaria sta aumentando sensibilmente, in conseguenza dell’accresciuto peso che i mercati mobiliari stanno assumendo come canali di finanziamento e della ormai avvenuta globalizzazione dei mercati dei capitali. Nell’ambito di questo processo evolutivo, oltre ad un generalizzato ripensamento sull’informativa societaria in senso stretto o tradizionale, che in più occasioni ha denotato segnali di debolezza, si assiste a due sostanziali modificazioni relative: da una parte al contenuto dell’informativa destinata ai mercati finanziari; dall’altra agli strumenti utilizzati per la gestione dei rapporti con i destinatari della comunicazione. In merito al contenuto, si chiede alle imprese un sostanziale cambiamento dei modelli comunicativi utilizzati, all’interno dei quali deve essere assegnata maggiore enfasi alle informazioni di specie volontaria, superando gli angusti confini delineati dalla mandatory disclosure per estendere il flusso conoscitivo alle leve alla base del processo di creazione e mantenimento del valore. Tra i vari limiti attribuiti tradizionalmente alle informazioni societarie obbligatorie e periodiche vi sono il loro riferimento al passato e la non soddisfacente continuità e tempestività nel flusso comunicativo. A questo proposito un ruolo propulsivo può essere assunto da Internet, che a pieno titolo si pone come lo strumento che può veramente incidere in misura profonda sui processi di comunicazione, intervenendo in modo diretto sui costi, sui tempi e sulle modalità tecniche di fruizione. In questo contesto si è sviluppato un programma di ricerca cofinanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) dal titolo “Il ruolo di Internet nella comunicazione economico-finanziaria e nei rapporti con gli investitori”, il quale si incentra sulle modificazioni in atto brevemente descritte e, in particolare, sulla comunicazione attraverso i siti web, la quale presenta elevate potenzialità che non sempre vengono adeguatamente sfruttate dalle imprese e accettate dagli utenti, anche a causa dell’assenza di consolidati e condivisi principi di comportamento e di controllo. L’oggetto della ricerca alla base del lavoro è la valutazione complessiva dell’uso della rete Internet nella comunicazione economico-finanziaria e nei rapporti con gli investitori, alla luce dell’accresciuta importanza nel nostro Paese di tale comunicazione, sia in termini quantitativi sia qualitativi. § SCOPO. L’obiettivo del volume è indagare i processi evolutivi della comunicazione finanziaria e di business via web, i fattori causali alla base dello sviluppo che si è manifestato in questi ultimi anni, il contenuto della comunicazione, le modalità attraverso le quali avviene la diffusione delle informazioni, il grado di trasparenza e di salvaguardia degli utenti, le prospettive evolutive. Ciascuno degli elementi citati è soggetto ad approfondimento empirico con lo scopo di verificare le scelte attuate dalle imprese, individuarne le ragioni sottostanti, costruire dei modelli concettuali e delle categorie logiche di analisi al fine di identificare e interpretare comunanze e divergenze di comportamento, ricercando anche correlazioni tra livello complessivo della comunicazione economico-finanziaria via Internet ed elementi ritenuti rilevanti o esplicativi delle ragioni alla base delle scelte di diffusione. L’approccio di analisi, di tipo sistemico, si sofferma su due aspetti fondamentali: quello strutturale, relativo alla composizione (comunicazione obbligatoria e volontaria); quello processuale, al fine di cogliere comunanze e caratteristiche distintive nelle modalità comunicative delle imprese, ricercandone i fattori causali e le scelte organizzative adottate. A differenza degli studi precedenti, l’attenzione è stata posta non solamente sulle imprese quotate ma anche su altre realtà economiche, quali le imprese di maggiori dimensioni non quotate, su quelle che stanno per quotarsi in un mercato regolamentato, sulle società che hanno abbandonato la quotazione, sulle piccole e medie imprese. Infine, con specifico riferimento a prescelte imprese quotate, si è ritenuto opportuno effettuare un’analisi di benchmarking a livello internazionale per cogliere i principali elementi di differenziazione, tra cui si segnalano i percorsi evolutivi, la tipologia e le scelte di comunicazione effettuate. Il volume è composto da dieci capitoli: il primo definisce il quadro di riferimento, gli obiettivi del lavoro e la metodologia; il secondo si occupa della regolamentazione in merito alla comunicazione economica via web; dal terzo all’ottavo oggetto è l’esame, con molteplici declinazioni, dell’offerta di informazioni diffuse tramite Internet dalle imprese quotate italiane, anche attraverso un’analisi di benchmarking internazionale. Gli ultimi due capitoli hanno lo scopo di esaminare l’offerta di informazioni diffuse, tramite sito web, dalle imprese non quotate di grandi dimensioni e di medie e piccole dimensioni, attraverso un’approfondita analisi descrittiva della situazione esistente. All’interno del quadro delineato, nel capitolo di riferimento il punto di partenza è l’individuazione dei principali modelli comunicativi che caratterizzano le imprese, attraverso la valorizzazione delle due dimensioni chiave indagate – contenuto e forma – rappresentative, a parere di chi scrive, della comunicazione via web. Inoltre, con riferimento al contesto nazionale (in altro capitolo l’attenzione è posta al confronto internazionale), obiettivo è esaminare e commentare il comportamento delle società quotate, con particolare riguardo ai risultati complessivi, ai singoli mercati/segmenti di borsa e, infine, ad alcuni profili di indagine che assumono peculiare interesse e rilievo. § METODOLOGIA. La popolazione indagata relativamente all’Italia è costituita da tutte le imprese quotate, alla data di riferimento, presso la Borsa Italiana (N = 258), per le quali è disponibile un sito. Ai fini della ricerca e per delineare il percorso evolutivo seguito in questi ultimi quattro anni dalle imprese italiane, si è scelto di classificarle in funzione del segmento o del mercato borsistico di appartenenza: Mib 30; Midex; Segmento Star; Nuovo Mercato; Segmento Ordinario. Nel confronto internazionale, momento fondamentale per apprezzare il livello evolutivo delle imprese quotate italiane, l’attenzione è invece posta soltanto sulle imprese a più alta capitalizzazione, in quanto esse rappresentano, in termini generali, quelle maggiormente innovative in tema di comunicazione economico-finanziaria in generale e via web in particolare: tale risultato è emerso in modo evidente da precedenti ricerche. Per il raggiungimento delle finalità della ricerca è necessario indagare molteplici variabili elementari, riconducibili ad alcuni aggregati rilevanti. I principali sono: la struttura del sito; le caratteristiche della home page; la struttura ed il contenuto della sezione Investor Relation; le informazioni riconducibili alla comunicazione obbligatoria; le informazioni riconducibili alla comunicazione volontaria, opportunamente articolate per tipologia specifica; il grado di “apertura” internazionale (contenuto della versione inglese del sito per le imprese italiane); la corporate governance, soggetta a specifico approfondimento; il bilancio sociale ed ambientale. Al fine di sintetizzare in modo esaustivo le peculiarità della comunicazione via web, le singole variabili elementari sono state ricondotte, oltre che ai precedenti aggregati, anche a due fondamentali dimensioni di analisi: il contenuto e la forma della comunicazione. Il contenuto della comunicazione è inteso come tipologia e numerosità delle informazioni disponibili nonché come livello di affidabilità e sicurezza in fase di consultazione: si tratta, in definitiva, di valutare il grado di completezza rispetto alle ipotesi originariamente formulate nella ricerca, espresse dalle variabili identificate per svolgere l’analisi empirica. I profili informativi indagati riguardo al contenuto sono quindi tre: il livello di affidabilità e sicurezza; l’informativa obbligatoria; l’informativa volontaria. La forma della comunicazione richiama, invece, le principali specificità che caratterizzano o dovrebbero caratterizzare la comunicazione via Internet. Sono stati identificati sei profili di analisi: il ricorso alla lingua straniera; la navigabilità nel sito; l’accessibilità alle informazioni; l’interattività con l’utente; l’ipertestualità e la multimedialità; la fruibilità delle informazioni. L’esame delle variabili connesse all’offerta informativa è avvenuto, in un delimitato periodo temporale, attraverso delle griglie di rilevazione: gli item complessivamente considerati nell’analisi della situazione riferibile all’Italia sono 133, di cui 28 relativi alla Corporate Governance; nel confronto internazionale sono stati invece esclusi quegli elementi di indagine esclusivamente riconducibili al contesto italiano. L’ultimo elemento di ordine metodologico riguarda i criteri di rilevazione delle variabili, alle quali è stato assegnato un punteggio 0/1 (assenza/presenza). Pur essendo importante comprendere anche la qualità delle informazioni presenti nel sito, la scelta è ricaduta principalmente sull’aspetto quantitativo in primis per le finalità della ricerca e secondariamente per le peculiarità dell’informativa via web: molteplici sono le informazioni, le fonti informative e soprattutto i destinatari. Si è quindi scelto di attribuire alle singole informazioni la medesima importanza, in modo da pervenire a indici di disclosure medi “non pesati”. Questa scelta, operata anche da altri studiosi, è stata determinata da varie considerazioni: in primo luogo, il fatto di stabilire dei pesi avrebbe introdotto elementi addizionali di tipo soggettivo nell’analisi; inoltre, allo stato attuale, non risulta l’esistenza di una classificazione, generalmente accettata, che riporti le informazioni ritenute più importanti e diffuse dalle aziende. A tutto ciò si aggiunge che alcuni autori sostengono che la definizione di pesi sia di scarsa utilità, visto che, in generale, le aziende che forniscono le informazioni più importanti sono anche quelle che diffondono le notizie ritenute di rilevanza minore. § PRINCIPALI RISULTATI. Il quadro complessivo emergente dall’analisi empirica evidenzia una situazione di profonda difformità nell’ambito del mercato azionario italiano, in quanto il comportamento delle imprese appare assai variegato, anche se si possono rilevare alcune uniformità. Il primo risultato, utile per meglio comprendere quanto emerso dall’analisi empirica, è l’identificazione di quattro specifici modelli comunicativi, proposti e approfonditi nel capitolo. Il primo è il modello conservativo, che identifica le imprese con esigua o nulla propensione verso la comunicazione economico-finanziaria tramite Internet. Il secondo è il modello tecnologico, al quale ricondurre le imprese che, pur evidenziando carenze in termini contenutistici, hanno compreso le differenti modalità comunicative dello strumento telematico e cercano di sfruttarne le potenzialità. Il terzo modello è definito evoluto e identifica le imprese migliori, caratterizzate da ampio contenuto e modalità coerenti allo strumento impiegato. Il quarto modello, quello estensivo, è tipico delle imprese che concepiscono il sito come un “deposito” di informazioni e tendono a privilegiare la loro disponibilità (situazione comunque da valutare positivamente) alle modalità di fruizione da parte dei destinatari. La maggiore concentrazione di imprese la si riscontra nel primo e nel terzo quadrante, caratterizzati da situazioni completamente diverse: da una parte imprese che non attribuiscono rilevanza (o ne attribuiscono in misura assai limitata) ad Internet come modalità innovativa di diffusione delle informazioni; dall’altra imprese che, cogliendone i notevoli benefici del web, ne fanno uno strumento principe di comunicazione. Tale situazione evidenzia una sostanziale coerenza tra scelte compiute in termini di forma e di contenuto, nel senso che generalmente le due dimensioni vengono sviluppate (o non sviluppate) congiuntamente: il coefficiente di correlazione tra forma e contenuto – determinato utilizzando tutte le imprese quotate – è infatti discretamente alto, pari a 0,77 (R2 pari a 0,59). Molte imprese però appartengono al primo quadrante, a significare che ancora lunga è la strada verso il pieno riconoscimento dell’importanza della comunicazione telematica. Gli altri due quadranti, il secondo e il quarto, rappresentano momenti intermedi nel processo di crescita verso il terzo, i cui tempi sono però assai complessi da stimare: l’unico fattore che si può segnalare è il progressivo miglioramento emerso in questi ultimi anni, fenomeno che fa ben sperare sull’avanzamento comunicativo delle imprese oggi contenute nei due quadranti indicati ma soprattutto nel secondo. A livello di singoli mercati/segmenti emergono due situazioni fortemente contrapposte: da una parte la posizione di leadership delle imprese del MIB30; dall’altra la carenza mediamente diffusa nelle imprese appartenenti al segmento ordinario. Si tratta di risultati in parte attesi, soprattutto a ragione della forte eterogeneità presente nel segmento ordinario, che non possiede una sua ben definita fisionomia; gli altri tre mercati/segmenti si collocano in ambito intermedio: il Midex presenta entrambi i valori medi specifici (contenuto e forma) superiori a quelli medi complessivi; lo Star si colloca in posizione centrale, in quanto i suoi valori medi sono assai prossimi a quelli complessivi, soprattutto per quanto attiene al contenuto; il Nuovo Mercato si trova nella condizione di disporre di una forma comunicativa solamente seconda al Mib30, forte delle caratteristiche tecnologiche di gran parte delle imprese che ad esso appartengono, a cui però si contrappone un contenuto inferiore alla media e non lontano da quello del segmento ordinario. Anche in questo caso la ragione si può individuare nei tratti distintivi delle imprese di appartenenza, alcune di recente costituzione, altre di dimensioni limitate, altre connotate da situazioni di temporanee o durature difficoltà economiche. La prima sensazione è quindi di un processo comunicativo guidato più dalla domanda informativa che dall’offerta informativa: in questo contesto la dimensione (capitalizzazione) è elemento fondamentale in quanto, al crescere della medesima, maggiore è l’attenzione del mercato finanziario. In termini generali, la media complessiva del contenuto è maggiore rispetto alla media complessiva della forma, situazione in parte attesa in quanto il primo passaggio dalla comunicazione cartacea o tradizionale a quella digitale avviene certamente attraverso la diffusione delle informazioni anche con modalità non innovative. Nell’ambito del contenuto e con riferimento al posizionamento, misurato dalla media relativa, si osserva il ranking atteso: Mib30, Midex, Star, Nuovo Mercato, Ordinario. In termini di variabilità si ottengono i valori migliori nel Mib30 e i peggiori nel segmento ordinario. Gli altri tre segmenti presentano dei valori abbastanza simili e vicini a quelli registrati per il Mib30. A proposito della forma si assiste, in termini di posizionamento, ad un ranking sostanzialmente analogo al precedente, fatta eccezione per il Nuovo Mercato, che si colloca in seconda posizione. L’elemento di maggior differenziazione riguarda la variabilità, sempre superiore rispetto al contenuto: anche in questo caso si tratta di una situazione in parte attesa, in quanto gli investimenti sulla forma sono assai più complessi ed onerosi rispetto a quelli sul contenuto ed appare evidente l’esistenza di una maggiore diversificazione. In merito ai profili informativi del contenuto, esistono profonde differenziazioni. Il grado di affidabilità e sicurezza è ancora insoddisfacente – a giustificare un interesse poco diffuso – e presenta un’elevata variabilità; l’informativa obbligatoria da alcuni anni è ampiamente diffusa sui siti e la modesta variabilità evidenzia un comportamento sostanzialmente condiviso da parte delle imprese; l’informativa volontaria, globalmente considerata, appare non soddisfacente ma in miglioramento: non vi sono, invece, differenze di rilievo, in termini di dispersione, con l’informativa obbligatoria. Nell’ambito della forma il profilo peggiore, sia in termini di posizionamento sia in termini di dispersione, riguarda l’ipertestualità e la multimedialità: la ragione, abbastanza semplice, risiede nella sua maggiore complessità realizzativa. Sugli altri profili non vi sono divergenze sostanziali in termini di variabilità – generalmente abbastanza alta – mentre difforme è il posizionamento. Sufficiente, anche se non certo pienamente soddisfacente è il ricorso alla lingua inglese, necessaria date le caratteristiche dello strumento. Gli altri profili ottengono una media relativa inferiore, segnale della possibilità di crescita che li potrebbe caratterizzare in futuro. L’approfondimento dei singoli segmenti e mercati conclude l’analisi. Nell’ambito del capitolo l’attenzione è posta, oltre che sui modelli, sui risultati delle imprese italiane, esaminati a più livelli. Il primo riguarda tutte le imprese quotate, anche suddivise per mercato/segmento; il secondo attiene alla posizione e alla variabilità, secondo un’articolazione per mercato/segmento e con riferimento al contenuto, alla forma e ai valori totali; il terzo commenta i singoli profili informativi. Infine, si sottopongono ad esame i singoli mercati/segmenti al fine di evidenziare i loro tratti qualificanti. § GRADO DI ORIGINALITA'. Un elemento di rilevanza è l’ampiezza, l’articolazione e la profondità della ricerca complessiva, che pone l’attenzione su differenti tipologie di imprese (quotate e non), su differenti Paesi, sulla definizione di un modello concettuale di analisi dei siti web. Questo ha permesso, almeno nel contesto italiano, di definire lo stato dell’arte sul tema indagato. L’analisi congiunta delle due dimensioni rilevanti, contenuto e forma, ha inoltre consentito di individuare quattro modelli comunicativi, peculiari per l’oggetto del contributo, ai quali ricondurre le imprese: tali modelli (conservativo, tecnologico, evoluto, estensivo) sono stai presentati nell’ambito della precedente sezione dedicata ai risultati § TIPOLOGIA DI PRODOTTO. Capitolo in volume di ricerca

Il quadro di sintesi emergente in Italia.

TEODORI, Claudio
2004-01-01

Abstract

LONG ABSTRACT. § INTRODUZIONE (CONTESTO DI RIFERIMENTO). L’importanza della comunicazione economico-finanziaria sta aumentando sensibilmente, in conseguenza dell’accresciuto peso che i mercati mobiliari stanno assumendo come canali di finanziamento e della ormai avvenuta globalizzazione dei mercati dei capitali. Nell’ambito di questo processo evolutivo, oltre ad un generalizzato ripensamento sull’informativa societaria in senso stretto o tradizionale, che in più occasioni ha denotato segnali di debolezza, si assiste a due sostanziali modificazioni relative: da una parte al contenuto dell’informativa destinata ai mercati finanziari; dall’altra agli strumenti utilizzati per la gestione dei rapporti con i destinatari della comunicazione. In merito al contenuto, si chiede alle imprese un sostanziale cambiamento dei modelli comunicativi utilizzati, all’interno dei quali deve essere assegnata maggiore enfasi alle informazioni di specie volontaria, superando gli angusti confini delineati dalla mandatory disclosure per estendere il flusso conoscitivo alle leve alla base del processo di creazione e mantenimento del valore. Tra i vari limiti attribuiti tradizionalmente alle informazioni societarie obbligatorie e periodiche vi sono il loro riferimento al passato e la non soddisfacente continuità e tempestività nel flusso comunicativo. A questo proposito un ruolo propulsivo può essere assunto da Internet, che a pieno titolo si pone come lo strumento che può veramente incidere in misura profonda sui processi di comunicazione, intervenendo in modo diretto sui costi, sui tempi e sulle modalità tecniche di fruizione. In questo contesto si è sviluppato un programma di ricerca cofinanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) dal titolo “Il ruolo di Internet nella comunicazione economico-finanziaria e nei rapporti con gli investitori”, il quale si incentra sulle modificazioni in atto brevemente descritte e, in particolare, sulla comunicazione attraverso i siti web, la quale presenta elevate potenzialità che non sempre vengono adeguatamente sfruttate dalle imprese e accettate dagli utenti, anche a causa dell’assenza di consolidati e condivisi principi di comportamento e di controllo. L’oggetto della ricerca alla base del lavoro è la valutazione complessiva dell’uso della rete Internet nella comunicazione economico-finanziaria e nei rapporti con gli investitori, alla luce dell’accresciuta importanza nel nostro Paese di tale comunicazione, sia in termini quantitativi sia qualitativi. § SCOPO. L’obiettivo del volume è indagare i processi evolutivi della comunicazione finanziaria e di business via web, i fattori causali alla base dello sviluppo che si è manifestato in questi ultimi anni, il contenuto della comunicazione, le modalità attraverso le quali avviene la diffusione delle informazioni, il grado di trasparenza e di salvaguardia degli utenti, le prospettive evolutive. Ciascuno degli elementi citati è soggetto ad approfondimento empirico con lo scopo di verificare le scelte attuate dalle imprese, individuarne le ragioni sottostanti, costruire dei modelli concettuali e delle categorie logiche di analisi al fine di identificare e interpretare comunanze e divergenze di comportamento, ricercando anche correlazioni tra livello complessivo della comunicazione economico-finanziaria via Internet ed elementi ritenuti rilevanti o esplicativi delle ragioni alla base delle scelte di diffusione. L’approccio di analisi, di tipo sistemico, si sofferma su due aspetti fondamentali: quello strutturale, relativo alla composizione (comunicazione obbligatoria e volontaria); quello processuale, al fine di cogliere comunanze e caratteristiche distintive nelle modalità comunicative delle imprese, ricercandone i fattori causali e le scelte organizzative adottate. A differenza degli studi precedenti, l’attenzione è stata posta non solamente sulle imprese quotate ma anche su altre realtà economiche, quali le imprese di maggiori dimensioni non quotate, su quelle che stanno per quotarsi in un mercato regolamentato, sulle società che hanno abbandonato la quotazione, sulle piccole e medie imprese. Infine, con specifico riferimento a prescelte imprese quotate, si è ritenuto opportuno effettuare un’analisi di benchmarking a livello internazionale per cogliere i principali elementi di differenziazione, tra cui si segnalano i percorsi evolutivi, la tipologia e le scelte di comunicazione effettuate. Il volume è composto da dieci capitoli: il primo definisce il quadro di riferimento, gli obiettivi del lavoro e la metodologia; il secondo si occupa della regolamentazione in merito alla comunicazione economica via web; dal terzo all’ottavo oggetto è l’esame, con molteplici declinazioni, dell’offerta di informazioni diffuse tramite Internet dalle imprese quotate italiane, anche attraverso un’analisi di benchmarking internazionale. Gli ultimi due capitoli hanno lo scopo di esaminare l’offerta di informazioni diffuse, tramite sito web, dalle imprese non quotate di grandi dimensioni e di medie e piccole dimensioni, attraverso un’approfondita analisi descrittiva della situazione esistente. All’interno del quadro delineato, nel capitolo di riferimento il punto di partenza è l’individuazione dei principali modelli comunicativi che caratterizzano le imprese, attraverso la valorizzazione delle due dimensioni chiave indagate – contenuto e forma – rappresentative, a parere di chi scrive, della comunicazione via web. Inoltre, con riferimento al contesto nazionale (in altro capitolo l’attenzione è posta al confronto internazionale), obiettivo è esaminare e commentare il comportamento delle società quotate, con particolare riguardo ai risultati complessivi, ai singoli mercati/segmenti di borsa e, infine, ad alcuni profili di indagine che assumono peculiare interesse e rilievo. § METODOLOGIA. La popolazione indagata relativamente all’Italia è costituita da tutte le imprese quotate, alla data di riferimento, presso la Borsa Italiana (N = 258), per le quali è disponibile un sito. Ai fini della ricerca e per delineare il percorso evolutivo seguito in questi ultimi quattro anni dalle imprese italiane, si è scelto di classificarle in funzione del segmento o del mercato borsistico di appartenenza: Mib 30; Midex; Segmento Star; Nuovo Mercato; Segmento Ordinario. Nel confronto internazionale, momento fondamentale per apprezzare il livello evolutivo delle imprese quotate italiane, l’attenzione è invece posta soltanto sulle imprese a più alta capitalizzazione, in quanto esse rappresentano, in termini generali, quelle maggiormente innovative in tema di comunicazione economico-finanziaria in generale e via web in particolare: tale risultato è emerso in modo evidente da precedenti ricerche. Per il raggiungimento delle finalità della ricerca è necessario indagare molteplici variabili elementari, riconducibili ad alcuni aggregati rilevanti. I principali sono: la struttura del sito; le caratteristiche della home page; la struttura ed il contenuto della sezione Investor Relation; le informazioni riconducibili alla comunicazione obbligatoria; le informazioni riconducibili alla comunicazione volontaria, opportunamente articolate per tipologia specifica; il grado di “apertura” internazionale (contenuto della versione inglese del sito per le imprese italiane); la corporate governance, soggetta a specifico approfondimento; il bilancio sociale ed ambientale. Al fine di sintetizzare in modo esaustivo le peculiarità della comunicazione via web, le singole variabili elementari sono state ricondotte, oltre che ai precedenti aggregati, anche a due fondamentali dimensioni di analisi: il contenuto e la forma della comunicazione. Il contenuto della comunicazione è inteso come tipologia e numerosità delle informazioni disponibili nonché come livello di affidabilità e sicurezza in fase di consultazione: si tratta, in definitiva, di valutare il grado di completezza rispetto alle ipotesi originariamente formulate nella ricerca, espresse dalle variabili identificate per svolgere l’analisi empirica. I profili informativi indagati riguardo al contenuto sono quindi tre: il livello di affidabilità e sicurezza; l’informativa obbligatoria; l’informativa volontaria. La forma della comunicazione richiama, invece, le principali specificità che caratterizzano o dovrebbero caratterizzare la comunicazione via Internet. Sono stati identificati sei profili di analisi: il ricorso alla lingua straniera; la navigabilità nel sito; l’accessibilità alle informazioni; l’interattività con l’utente; l’ipertestualità e la multimedialità; la fruibilità delle informazioni. L’esame delle variabili connesse all’offerta informativa è avvenuto, in un delimitato periodo temporale, attraverso delle griglie di rilevazione: gli item complessivamente considerati nell’analisi della situazione riferibile all’Italia sono 133, di cui 28 relativi alla Corporate Governance; nel confronto internazionale sono stati invece esclusi quegli elementi di indagine esclusivamente riconducibili al contesto italiano. L’ultimo elemento di ordine metodologico riguarda i criteri di rilevazione delle variabili, alle quali è stato assegnato un punteggio 0/1 (assenza/presenza). Pur essendo importante comprendere anche la qualità delle informazioni presenti nel sito, la scelta è ricaduta principalmente sull’aspetto quantitativo in primis per le finalità della ricerca e secondariamente per le peculiarità dell’informativa via web: molteplici sono le informazioni, le fonti informative e soprattutto i destinatari. Si è quindi scelto di attribuire alle singole informazioni la medesima importanza, in modo da pervenire a indici di disclosure medi “non pesati”. Questa scelta, operata anche da altri studiosi, è stata determinata da varie considerazioni: in primo luogo, il fatto di stabilire dei pesi avrebbe introdotto elementi addizionali di tipo soggettivo nell’analisi; inoltre, allo stato attuale, non risulta l’esistenza di una classificazione, generalmente accettata, che riporti le informazioni ritenute più importanti e diffuse dalle aziende. A tutto ciò si aggiunge che alcuni autori sostengono che la definizione di pesi sia di scarsa utilità, visto che, in generale, le aziende che forniscono le informazioni più importanti sono anche quelle che diffondono le notizie ritenute di rilevanza minore. § PRINCIPALI RISULTATI. Il quadro complessivo emergente dall’analisi empirica evidenzia una situazione di profonda difformità nell’ambito del mercato azionario italiano, in quanto il comportamento delle imprese appare assai variegato, anche se si possono rilevare alcune uniformità. Il primo risultato, utile per meglio comprendere quanto emerso dall’analisi empirica, è l’identificazione di quattro specifici modelli comunicativi, proposti e approfonditi nel capitolo. Il primo è il modello conservativo, che identifica le imprese con esigua o nulla propensione verso la comunicazione economico-finanziaria tramite Internet. Il secondo è il modello tecnologico, al quale ricondurre le imprese che, pur evidenziando carenze in termini contenutistici, hanno compreso le differenti modalità comunicative dello strumento telematico e cercano di sfruttarne le potenzialità. Il terzo modello è definito evoluto e identifica le imprese migliori, caratterizzate da ampio contenuto e modalità coerenti allo strumento impiegato. Il quarto modello, quello estensivo, è tipico delle imprese che concepiscono il sito come un “deposito” di informazioni e tendono a privilegiare la loro disponibilità (situazione comunque da valutare positivamente) alle modalità di fruizione da parte dei destinatari. La maggiore concentrazione di imprese la si riscontra nel primo e nel terzo quadrante, caratterizzati da situazioni completamente diverse: da una parte imprese che non attribuiscono rilevanza (o ne attribuiscono in misura assai limitata) ad Internet come modalità innovativa di diffusione delle informazioni; dall’altra imprese che, cogliendone i notevoli benefici del web, ne fanno uno strumento principe di comunicazione. Tale situazione evidenzia una sostanziale coerenza tra scelte compiute in termini di forma e di contenuto, nel senso che generalmente le due dimensioni vengono sviluppate (o non sviluppate) congiuntamente: il coefficiente di correlazione tra forma e contenuto – determinato utilizzando tutte le imprese quotate – è infatti discretamente alto, pari a 0,77 (R2 pari a 0,59). Molte imprese però appartengono al primo quadrante, a significare che ancora lunga è la strada verso il pieno riconoscimento dell’importanza della comunicazione telematica. Gli altri due quadranti, il secondo e il quarto, rappresentano momenti intermedi nel processo di crescita verso il terzo, i cui tempi sono però assai complessi da stimare: l’unico fattore che si può segnalare è il progressivo miglioramento emerso in questi ultimi anni, fenomeno che fa ben sperare sull’avanzamento comunicativo delle imprese oggi contenute nei due quadranti indicati ma soprattutto nel secondo. A livello di singoli mercati/segmenti emergono due situazioni fortemente contrapposte: da una parte la posizione di leadership delle imprese del MIB30; dall’altra la carenza mediamente diffusa nelle imprese appartenenti al segmento ordinario. Si tratta di risultati in parte attesi, soprattutto a ragione della forte eterogeneità presente nel segmento ordinario, che non possiede una sua ben definita fisionomia; gli altri tre mercati/segmenti si collocano in ambito intermedio: il Midex presenta entrambi i valori medi specifici (contenuto e forma) superiori a quelli medi complessivi; lo Star si colloca in posizione centrale, in quanto i suoi valori medi sono assai prossimi a quelli complessivi, soprattutto per quanto attiene al contenuto; il Nuovo Mercato si trova nella condizione di disporre di una forma comunicativa solamente seconda al Mib30, forte delle caratteristiche tecnologiche di gran parte delle imprese che ad esso appartengono, a cui però si contrappone un contenuto inferiore alla media e non lontano da quello del segmento ordinario. Anche in questo caso la ragione si può individuare nei tratti distintivi delle imprese di appartenenza, alcune di recente costituzione, altre di dimensioni limitate, altre connotate da situazioni di temporanee o durature difficoltà economiche. La prima sensazione è quindi di un processo comunicativo guidato più dalla domanda informativa che dall’offerta informativa: in questo contesto la dimensione (capitalizzazione) è elemento fondamentale in quanto, al crescere della medesima, maggiore è l’attenzione del mercato finanziario. In termini generali, la media complessiva del contenuto è maggiore rispetto alla media complessiva della forma, situazione in parte attesa in quanto il primo passaggio dalla comunicazione cartacea o tradizionale a quella digitale avviene certamente attraverso la diffusione delle informazioni anche con modalità non innovative. Nell’ambito del contenuto e con riferimento al posizionamento, misurato dalla media relativa, si osserva il ranking atteso: Mib30, Midex, Star, Nuovo Mercato, Ordinario. In termini di variabilità si ottengono i valori migliori nel Mib30 e i peggiori nel segmento ordinario. Gli altri tre segmenti presentano dei valori abbastanza simili e vicini a quelli registrati per il Mib30. A proposito della forma si assiste, in termini di posizionamento, ad un ranking sostanzialmente analogo al precedente, fatta eccezione per il Nuovo Mercato, che si colloca in seconda posizione. L’elemento di maggior differenziazione riguarda la variabilità, sempre superiore rispetto al contenuto: anche in questo caso si tratta di una situazione in parte attesa, in quanto gli investimenti sulla forma sono assai più complessi ed onerosi rispetto a quelli sul contenuto ed appare evidente l’esistenza di una maggiore diversificazione. In merito ai profili informativi del contenuto, esistono profonde differenziazioni. Il grado di affidabilità e sicurezza è ancora insoddisfacente – a giustificare un interesse poco diffuso – e presenta un’elevata variabilità; l’informativa obbligatoria da alcuni anni è ampiamente diffusa sui siti e la modesta variabilità evidenzia un comportamento sostanzialmente condiviso da parte delle imprese; l’informativa volontaria, globalmente considerata, appare non soddisfacente ma in miglioramento: non vi sono, invece, differenze di rilievo, in termini di dispersione, con l’informativa obbligatoria. Nell’ambito della forma il profilo peggiore, sia in termini di posizionamento sia in termini di dispersione, riguarda l’ipertestualità e la multimedialità: la ragione, abbastanza semplice, risiede nella sua maggiore complessità realizzativa. Sugli altri profili non vi sono divergenze sostanziali in termini di variabilità – generalmente abbastanza alta – mentre difforme è il posizionamento. Sufficiente, anche se non certo pienamente soddisfacente è il ricorso alla lingua inglese, necessaria date le caratteristiche dello strumento. Gli altri profili ottengono una media relativa inferiore, segnale della possibilità di crescita che li potrebbe caratterizzare in futuro. L’approfondimento dei singoli segmenti e mercati conclude l’analisi. Nell’ambito del capitolo l’attenzione è posta, oltre che sui modelli, sui risultati delle imprese italiane, esaminati a più livelli. Il primo riguarda tutte le imprese quotate, anche suddivise per mercato/segmento; il secondo attiene alla posizione e alla variabilità, secondo un’articolazione per mercato/segmento e con riferimento al contenuto, alla forma e ai valori totali; il terzo commenta i singoli profili informativi. Infine, si sottopongono ad esame i singoli mercati/segmenti al fine di evidenziare i loro tratti qualificanti. § GRADO DI ORIGINALITA'. Un elemento di rilevanza è l’ampiezza, l’articolazione e la profondità della ricerca complessiva, che pone l’attenzione su differenti tipologie di imprese (quotate e non), su differenti Paesi, sulla definizione di un modello concettuale di analisi dei siti web. Questo ha permesso, almeno nel contesto italiano, di definire lo stato dell’arte sul tema indagato. L’analisi congiunta delle due dimensioni rilevanti, contenuto e forma, ha inoltre consentito di individuare quattro modelli comunicativi, peculiari per l’oggetto del contributo, ai quali ricondurre le imprese: tali modelli (conservativo, tecnologico, evoluto, estensivo) sono stai presentati nell’ambito della precedente sezione dedicata ai risultati § TIPOLOGIA DI PRODOTTO. Capitolo in volume di ricerca
2004
9788846465009
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