Una valutazione critica dei principali orientamenti giurisprudenziali relativi alla responsabilità per danni da cose in custodia consente di dimostrare la perdurante attualità della posizione dottrinale diretta ad istituire un nesso di condizionamento tra il grado di pericolosità intrinseca della res custodita e l’applicazione dell’art. 2051 c.c., in particolare per quanto attiene alla descrizione dei connotati caratterizzanti la prova liberatoria imposta al custode, in ordine sia all’incidenza della sua stessa condotta nell’analisi del dinamismo intrinseco della cosa, sia alla possibile rilevanza del fatto del terzo nella determinazione del danno.
«Pericolosità» del bene e danni da cose in custodia
VENTURELLI, Alberto
2008-01-01
Abstract
Una valutazione critica dei principali orientamenti giurisprudenziali relativi alla responsabilità per danni da cose in custodia consente di dimostrare la perdurante attualità della posizione dottrinale diretta ad istituire un nesso di condizionamento tra il grado di pericolosità intrinseca della res custodita e l’applicazione dell’art. 2051 c.c., in particolare per quanto attiene alla descrizione dei connotati caratterizzanti la prova liberatoria imposta al custode, in ordine sia all’incidenza della sua stessa condotta nell’analisi del dinamismo intrinseco della cosa, sia alla possibile rilevanza del fatto del terzo nella determinazione del danno.File | Dimensione | Formato | |
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Venturelli A., «Pericolosità» del bene, 2008.pdf
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