Il saggio introduce il volume, curato dall’autrice stessa, dedicato all’analisi della legislazione antidiscriminatoria, comunitaria e nazionale, emanata a partire dall’ultimo scorcio degli anni ’90. Partendo dall’esame dell’affermarsi del paradigma antidiscriminatorio e dei modelli a cui si ispira, il saggio esplora la nuova nozione di discriminazione, soffermandosi in particolare sulla questione (alquanto dibattuta in dottrina) della natura tradizionalmente relazionale della nozione e sul riferimento nella nuova nozione di molestia a situazioni in cui il raffronto con altre posizioni non si presenta più come elemento necessario della fattispecie, sul sistema di deroghe e giustificazioni e sulla differenza tra le due limitazioni del principio di non discriminazione, sulle tensioni interne al nuovo diritto antidiscriminatorio. Il saggio discute in chiusura una questione fra le più dibattute in questi ultimi anni, vale a dire il ruolo del principio di eguaglianza nei sistemi multilivel e la tendenza del divieto di discriminazione (emersa già nel caso Mangold e ripresa in modo oscillante nella giurisprudenza successiva della CGE) di agire quale “leva di Archimede”, capace di forzare i limiti della ripartizione di competenze fra centro e periferia e di estendere la giurisdizione delle corti chiamate a darvi applicazione.

Il nuovo diritto antidiscriminatorio: innovazione e continuità

BARBERA, Marzia
2007-01-01

Abstract

Il saggio introduce il volume, curato dall’autrice stessa, dedicato all’analisi della legislazione antidiscriminatoria, comunitaria e nazionale, emanata a partire dall’ultimo scorcio degli anni ’90. Partendo dall’esame dell’affermarsi del paradigma antidiscriminatorio e dei modelli a cui si ispira, il saggio esplora la nuova nozione di discriminazione, soffermandosi in particolare sulla questione (alquanto dibattuta in dottrina) della natura tradizionalmente relazionale della nozione e sul riferimento nella nuova nozione di molestia a situazioni in cui il raffronto con altre posizioni non si presenta più come elemento necessario della fattispecie, sul sistema di deroghe e giustificazioni e sulla differenza tra le due limitazioni del principio di non discriminazione, sulle tensioni interne al nuovo diritto antidiscriminatorio. Il saggio discute in chiusura una questione fra le più dibattute in questi ultimi anni, vale a dire il ruolo del principio di eguaglianza nei sistemi multilivel e la tendenza del divieto di discriminazione (emersa già nel caso Mangold e ripresa in modo oscillante nella giurisprudenza successiva della CGE) di agire quale “leva di Archimede”, capace di forzare i limiti della ripartizione di competenze fra centro e periferia e di estendere la giurisdizione delle corti chiamate a darvi applicazione.
2007
881412907X
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