Three were the main questions of this paper. First, how many ways of being a general practitioner are there in Italy and can they be generalized as to make a typology of general practitioners? Second, do physicians believe that they have a common identity? Third, can the elite segment of general practitioners be analyzed as a Weberian status group? The research involved a survey (taken in 2004) on 1.162 general practitioners. The sample was stratified by sex, age and region. Summing up, three kinds of general practitioners have been identified: physicians by chance, by passion and by profession. Physicians by passion are more frequently women and young; physicians by profession are more evidently men, bourgeois, older and, above all, doctor’s children; the picture of the physicians by chance is more fuzzy and blurred. A little more than a quarter of our sample said that doctors do not share a basic identity; those who actually think it but do not declare it openly are probably many more. As to the third question, self recruitment rate is about 10% and is higher among the youngest and the oldest, while a 32% comes from the upper class. Moving from ascribed factors to acquisitive dimensions, an increasingly process of self-conscious identity as well as of social closure is under way. Our research allows us to reach such conclusions only from matrimonial and sociability choices. This is more evident in that third of doctors who marry university graduates who belong to the same social class. It is at the crossroads of this segment -made up of doctors who marry a colleague and have a father physician- that the conditions for a status group are more likely to be found. In questo capitolo l’autore si pone, essenzialmente, tre interrogativi/obiettivi fra di loro intrecciati. Il primo riguarda la possibilità di individuare quanti e quali modi di essere medico di medicina generale esistano oggi in Italia. Il secondo è relativo alla percezione diretta che i medici hanno della propria identità e alla possibilità stessa di concepire un’identità comune. Il terzo consiste nell’indagare se esistano le condizioni affinché un settore della professione si configuri come un gruppo di status weberiano. Queste le risposte emerse agli interrogativi iniziali. 1. Sono stati individuati tre tipi di medici: i medici (un po’) per caso, quelli per passione e quelli per professione. Tendono ad essere medici per passione, più frequentemente, le donne e i giovani; sono più spesso medici per professione, invece, i maschi, gli individui di origine borghese, i più anziani e, soprattutto, coloro con un padre medico. 2. Poco meno di un quarto dei nostri intervistati ha dichiarato esplicitamente che fra i medici non esiste un’identità comune, ma coloro che lo pensano senza dirlo sono, molto probabilmente, più numerosi. A questo panorama fanno eccezione i trentenni. 3. Dalla ricerca si coglie, infine, un processo di innalzamento collettivo di status e di progressiva chiusura sociale a misura che si passi dalla dimensione ascritta a quella acquisitiva. I nostri questionari ci consentono di rilevarlo particolarmente in quel terzo dei medici che sposa persone laureate e della stessa classe: è nell’incrocio di quest’area con quelle, in parte coincidenti, dei medici che sposano un/a collega e di coloro che hanno un padre medico, che è più probabile si creino le condizioni di un gruppo di status.

Profili motivazionali, identità e status

SPERANZA, Lorenzo
2006-01-01

Abstract

Three were the main questions of this paper. First, how many ways of being a general practitioner are there in Italy and can they be generalized as to make a typology of general practitioners? Second, do physicians believe that they have a common identity? Third, can the elite segment of general practitioners be analyzed as a Weberian status group? The research involved a survey (taken in 2004) on 1.162 general practitioners. The sample was stratified by sex, age and region. Summing up, three kinds of general practitioners have been identified: physicians by chance, by passion and by profession. Physicians by passion are more frequently women and young; physicians by profession are more evidently men, bourgeois, older and, above all, doctor’s children; the picture of the physicians by chance is more fuzzy and blurred. A little more than a quarter of our sample said that doctors do not share a basic identity; those who actually think it but do not declare it openly are probably many more. As to the third question, self recruitment rate is about 10% and is higher among the youngest and the oldest, while a 32% comes from the upper class. Moving from ascribed factors to acquisitive dimensions, an increasingly process of self-conscious identity as well as of social closure is under way. Our research allows us to reach such conclusions only from matrimonial and sociability choices. This is more evident in that third of doctors who marry university graduates who belong to the same social class. It is at the crossroads of this segment -made up of doctors who marry a colleague and have a father physician- that the conditions for a status group are more likely to be found. In questo capitolo l’autore si pone, essenzialmente, tre interrogativi/obiettivi fra di loro intrecciati. Il primo riguarda la possibilità di individuare quanti e quali modi di essere medico di medicina generale esistano oggi in Italia. Il secondo è relativo alla percezione diretta che i medici hanno della propria identità e alla possibilità stessa di concepire un’identità comune. Il terzo consiste nell’indagare se esistano le condizioni affinché un settore della professione si configuri come un gruppo di status weberiano. Queste le risposte emerse agli interrogativi iniziali. 1. Sono stati individuati tre tipi di medici: i medici (un po’) per caso, quelli per passione e quelli per professione. Tendono ad essere medici per passione, più frequentemente, le donne e i giovani; sono più spesso medici per professione, invece, i maschi, gli individui di origine borghese, i più anziani e, soprattutto, coloro con un padre medico. 2. Poco meno di un quarto dei nostri intervistati ha dichiarato esplicitamente che fra i medici non esiste un’identità comune, ma coloro che lo pensano senza dirlo sono, molto probabilmente, più numerosi. A questo panorama fanno eccezione i trentenni. 3. Dalla ricerca si coglie, infine, un processo di innalzamento collettivo di status e di progressiva chiusura sociale a misura che si passi dalla dimensione ascritta a quella acquisitiva. I nostri questionari ci consentono di rilevarlo particolarmente in quel terzo dei medici che sposa persone laureate e della stessa classe: è nell’incrocio di quest’area con quelle, in parte coincidenti, dei medici che sposano un/a collega e di coloro che hanno un padre medico, che è più probabile si creino le condizioni di un gruppo di status.
2006
9788846473974
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/16538
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