La ricerca prende in esame le vicende relative all’insediamento in Umbria della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, che dal 1545-47 stabilirono la propria casa madre nella chiesa milanese di San Barnaba derivandone la più comune denominazione di padri Barnabiti. Lo studio illustra come il loro impegno spirituale e edilizio si sia dispiegato nelle diverse fondazioni umbre e valuta i caratteri compositivi ed espressivi dei singoli interventi. Sulla base di documenti e disegni d’archivio in gran parte inediti, reperiti nelle case barnabitiche di San Barnaba a Milano e di San Carlo ai Catinari a Roma, sono esplorate le vicende progettuali relative alle fondazioni di Spoleto (1604), Perugia (1607) e Foligno (1612) entro cui emergono gli importanti ruoli svolti da Giovanni Ambrogio Mazenta, personalità primaria in seno all’ordine e architetto di rilievo, da Bartolomeo Gavanti, celebre liturgista barnabita e, come si mostra, anche intendente d’architettura, nonché da alcuni capimastri noti e assai attivi all’interno della Congregazione. In particolare, l’analisi dei progetti per la chiesa di S. Maria di Loreto a Spoleto, con la contestuale ideazione della Santa Casa, per la chiesa di S. Carlo a Foligno e soprattutto per S. Ercolano a Perugia, consentono di riflettere sui tratti peculiari della versatile e sperimentale ricerca architettonica perseguita da Mazenta e di verificare come questa contribuisca a innestare in Umbria alcuni tra i temi – come, ad esempio, la longitudinalizzazione dell’impianto ottagonale – di maggiore attualità tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, allora centrali soprattutto, e forse ancora più che a Roma, nel dibattito milanese e lombardo.

Le fondazioni umbre dei Barnabiti

GIUSTINA, Irene Italia
2012-01-01

Abstract

La ricerca prende in esame le vicende relative all’insediamento in Umbria della Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo, che dal 1545-47 stabilirono la propria casa madre nella chiesa milanese di San Barnaba derivandone la più comune denominazione di padri Barnabiti. Lo studio illustra come il loro impegno spirituale e edilizio si sia dispiegato nelle diverse fondazioni umbre e valuta i caratteri compositivi ed espressivi dei singoli interventi. Sulla base di documenti e disegni d’archivio in gran parte inediti, reperiti nelle case barnabitiche di San Barnaba a Milano e di San Carlo ai Catinari a Roma, sono esplorate le vicende progettuali relative alle fondazioni di Spoleto (1604), Perugia (1607) e Foligno (1612) entro cui emergono gli importanti ruoli svolti da Giovanni Ambrogio Mazenta, personalità primaria in seno all’ordine e architetto di rilievo, da Bartolomeo Gavanti, celebre liturgista barnabita e, come si mostra, anche intendente d’architettura, nonché da alcuni capimastri noti e assai attivi all’interno della Congregazione. In particolare, l’analisi dei progetti per la chiesa di S. Maria di Loreto a Spoleto, con la contestuale ideazione della Santa Casa, per la chiesa di S. Carlo a Foligno e soprattutto per S. Ercolano a Perugia, consentono di riflettere sui tratti peculiari della versatile e sperimentale ricerca architettonica perseguita da Mazenta e di verificare come questa contribuisca a innestare in Umbria alcuni tra i temi – come, ad esempio, la longitudinalizzazione dell’impianto ottagonale – di maggiore attualità tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, allora centrali soprattutto, e forse ancora più che a Roma, nel dibattito milanese e lombardo.
2012
888016693X
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