La scelta del tema della ricerca è stata motivata principalmente da due interrogativi. Nell'ambito degli studi umanistici che si interessano di miti è sviluppata prevalentemente la tematica riferita a dei ed eroi, che hanno dato origine a imponenti epopee storiche. Il mondo del femminile resta quasi nell'ombra: le donne ad esclusione di alcune figure di dee sono meno celebrate dalla mitologia. Il secondo stimolo si riferisce ad una pregnante costellazione di dinamiche affettive descritte dalla psicoanalisi nello sviluppo psichico umano che è stata rappresentata con il rimando alla mitologia : il mito di Edipo . Freud ha ricercato nella mitologia la rappresentazione di ciò che andava scoprendo nella mente umana, rilevando una connessione fra i processi psichici e quanto contenuto nelle produzioni mitiche; il mito gli è servito come conferma delle verità psicologiche indagate. Significativo che tali processi psichici siano stati connotati con il nome stesso del mito: il complesso di Edipo. Freud ha "ritrovato" in una storia mitologica una dinamica affettiva dell'animo umano, ovvero, tale dimanica mentale avrebbe dato origine a questa rappresentazione drammatica di cui è avvertita emotivamente la pregnanza proprio perchè è una "verità", cioè è accaduta e continua ad accadere nel mondo fantasmatico interno . Questo induce ad indagare sulla funzione non solo storica, sociale o di spiegazione dei fenomeni naturali ed enigmatici dei miti, ma soprattutto ad altri significati più profondi delle vicende mitologiche, da cui esse deriverebbero quel carattere di universalità e di attualità che le rende ancora tuttora valide. Il sopravvivere dei miti al tempo, cioè il fascino sempre vivo che essi promanano e il frequente ricorrere ai miti per spiegare concetti psicologici che, con l'uso di tali metafore, possono essere più facilmente comprensibili porta a chiedersi che valore abbia il mito per la mente. Il successo, cioè il tramandarsi per secoli di un certo mito-con eventuali varaianti dovute a nuovi elementi culturali che caratterizzano l'epoca, ma di cui la tematica di base, la struttura cardine, resta immutata è basato su meccanismi di gratificazione identificatoria tratti dal fruitore che ravvisa in essi un proprio mondo di fanatasie.L'analisi dei miti permetterebbe, dunque , di individuare le tematiche conflittuali più ricorrenti nell'animo umano, nel mito sarebbero sottesi meccanismi nconsci complessi, ovvero, la mitologia, come creazione fantastica della mente, rifletterebbe dinamiche che si sono strutturate nelle espressioni mitiche. Il mito quindi potrebbe essere inteso come una "forma metaforica di una verità inconscia", cioè la rappresentazione di quei fenomeni che animano il nostro mondo interno, l'inconscio della mente; una analisi dei temi mitologici, in cui "la realtà ama nascondersi" (Eraclito, fram.123) potrebbe essere di aiuto per la comprensione dell'animo umano (Deveraux, 1982). Poste queste considerazioni si può ulteriormente osservare che, nell'ambito psicoanalitico il riferimento al "mito" è avvenuto principalmente in relazione alle vicissitudii di un "eroe-maschio": Edipo. In tale contesto allora può essere enucleato l'altro interrogativo che anima la presente ricerca: essendo il mito una rappresentazione della vita inconscia , qual è la funzione del femminile nel mito? Come viene rappresentata la donna nella mitologia? Quale immagine di essa vi emerge e prospera : una figura idealizzata, innocua o temibile, la donna angelica o l'essere mostruoso come la Sfinge? Interessante è rilevare come la mente abbia organizzato le sue fantasie creando figure femminili mitologiche . Donna e mito si presentano come due complementari questioni su cui indagare: lo studio della femminilità quale presentata dal mito, si configurerebbe come via di una possibile indagine sui fantasmi inconsci, sia dell'uomo che della donna che riguardano l'essere femminile. La psicoanalisi si è delineata come scienza di studio dei fenomeni non solo individuali ma anche sociali, offrendo nuove metodologie per la comprensione della psiche della donna, della sua sessualità e di ciò che è "femminilità", ad essa si farà appello per questo approccio di analisi della figura femminile, in un contesto "antico" ma sempre attuale: il mito. La tecnica psicoanalitica con il suo contributo nella ricerca applicata sul mito, fornendo una ulteriore chiave di lettura a questo aspetto della cultura umana, potrebbe portare a non trascurabili possibilità di esplorazione del mondo psicologico in cui fiorì la cultura greca-arcaica, focalizzandosi, specificatamente su come è stata vissuta la donna e la femminilità. Secondo le parole della Pomeroy ( Pomeroy, 1978) "la storia delle donne dell'antichità dovrebbe essere narrata ora, non soltanto perchè, a buon diritto, è un aspetto della storia sociale, ma perchè il passato illumina problemi contemporanei nei rapporti fra uomini e donne". Lo studio intrapreso rivolge l'indagine alla femminilità nel passato, nella misura in cui questo passato, in quanto mitico, riflette strutture universali della mente umana , e va inteso nell'ottica di cercare di fornire indicazioni per ulteriori ricerche al "femminile" nel presente, che possano contribuire ad una comprensione e ad una ricomposizione di quel "disperso mosaico in forma di volto di donna " (Rich, 1979) che tuttora appassiona studiosi di differenti discipline.

La donna nel mito : approccio ad uno studio psicoanalitico della figura femminile nella mitologia greca

CENA, Loredana
1986-01-01

Abstract

La scelta del tema della ricerca è stata motivata principalmente da due interrogativi. Nell'ambito degli studi umanistici che si interessano di miti è sviluppata prevalentemente la tematica riferita a dei ed eroi, che hanno dato origine a imponenti epopee storiche. Il mondo del femminile resta quasi nell'ombra: le donne ad esclusione di alcune figure di dee sono meno celebrate dalla mitologia. Il secondo stimolo si riferisce ad una pregnante costellazione di dinamiche affettive descritte dalla psicoanalisi nello sviluppo psichico umano che è stata rappresentata con il rimando alla mitologia : il mito di Edipo . Freud ha ricercato nella mitologia la rappresentazione di ciò che andava scoprendo nella mente umana, rilevando una connessione fra i processi psichici e quanto contenuto nelle produzioni mitiche; il mito gli è servito come conferma delle verità psicologiche indagate. Significativo che tali processi psichici siano stati connotati con il nome stesso del mito: il complesso di Edipo. Freud ha "ritrovato" in una storia mitologica una dinamica affettiva dell'animo umano, ovvero, tale dimanica mentale avrebbe dato origine a questa rappresentazione drammatica di cui è avvertita emotivamente la pregnanza proprio perchè è una "verità", cioè è accaduta e continua ad accadere nel mondo fantasmatico interno . Questo induce ad indagare sulla funzione non solo storica, sociale o di spiegazione dei fenomeni naturali ed enigmatici dei miti, ma soprattutto ad altri significati più profondi delle vicende mitologiche, da cui esse deriverebbero quel carattere di universalità e di attualità che le rende ancora tuttora valide. Il sopravvivere dei miti al tempo, cioè il fascino sempre vivo che essi promanano e il frequente ricorrere ai miti per spiegare concetti psicologici che, con l'uso di tali metafore, possono essere più facilmente comprensibili porta a chiedersi che valore abbia il mito per la mente. Il successo, cioè il tramandarsi per secoli di un certo mito-con eventuali varaianti dovute a nuovi elementi culturali che caratterizzano l'epoca, ma di cui la tematica di base, la struttura cardine, resta immutata è basato su meccanismi di gratificazione identificatoria tratti dal fruitore che ravvisa in essi un proprio mondo di fanatasie.L'analisi dei miti permetterebbe, dunque , di individuare le tematiche conflittuali più ricorrenti nell'animo umano, nel mito sarebbero sottesi meccanismi nconsci complessi, ovvero, la mitologia, come creazione fantastica della mente, rifletterebbe dinamiche che si sono strutturate nelle espressioni mitiche. Il mito quindi potrebbe essere inteso come una "forma metaforica di una verità inconscia", cioè la rappresentazione di quei fenomeni che animano il nostro mondo interno, l'inconscio della mente; una analisi dei temi mitologici, in cui "la realtà ama nascondersi" (Eraclito, fram.123) potrebbe essere di aiuto per la comprensione dell'animo umano (Deveraux, 1982). Poste queste considerazioni si può ulteriormente osservare che, nell'ambito psicoanalitico il riferimento al "mito" è avvenuto principalmente in relazione alle vicissitudii di un "eroe-maschio": Edipo. In tale contesto allora può essere enucleato l'altro interrogativo che anima la presente ricerca: essendo il mito una rappresentazione della vita inconscia , qual è la funzione del femminile nel mito? Come viene rappresentata la donna nella mitologia? Quale immagine di essa vi emerge e prospera : una figura idealizzata, innocua o temibile, la donna angelica o l'essere mostruoso come la Sfinge? Interessante è rilevare come la mente abbia organizzato le sue fantasie creando figure femminili mitologiche . Donna e mito si presentano come due complementari questioni su cui indagare: lo studio della femminilità quale presentata dal mito, si configurerebbe come via di una possibile indagine sui fantasmi inconsci, sia dell'uomo che della donna che riguardano l'essere femminile. La psicoanalisi si è delineata come scienza di studio dei fenomeni non solo individuali ma anche sociali, offrendo nuove metodologie per la comprensione della psiche della donna, della sua sessualità e di ciò che è "femminilità", ad essa si farà appello per questo approccio di analisi della figura femminile, in un contesto "antico" ma sempre attuale: il mito. La tecnica psicoanalitica con il suo contributo nella ricerca applicata sul mito, fornendo una ulteriore chiave di lettura a questo aspetto della cultura umana, potrebbe portare a non trascurabili possibilità di esplorazione del mondo psicologico in cui fiorì la cultura greca-arcaica, focalizzandosi, specificatamente su come è stata vissuta la donna e la femminilità. Secondo le parole della Pomeroy ( Pomeroy, 1978) "la storia delle donne dell'antichità dovrebbe essere narrata ora, non soltanto perchè, a buon diritto, è un aspetto della storia sociale, ma perchè il passato illumina problemi contemporanei nei rapporti fra uomini e donne". Lo studio intrapreso rivolge l'indagine alla femminilità nel passato, nella misura in cui questo passato, in quanto mitico, riflette strutture universali della mente umana , e va inteso nell'ottica di cercare di fornire indicazioni per ulteriori ricerche al "femminile" nel presente, che possano contribuire ad una comprensione e ad una ricomposizione di quel "disperso mosaico in forma di volto di donna " (Rich, 1979) che tuttora appassiona studiosi di differenti discipline.
1986
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/163209
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