Il contenimento dell’uso del suolo, argomento all’attenzione sia del mondo scientifico (si vedano tra gli altri: Secchi, 1996; EEA, 2006, Tira e Badiani, 2009; Pileri, 2011) che di quello politico e giornalistico, è un tema urbanistico ed un problema ambientale per il quale non si è ancora trovata una soluzione convincente ed efficace (Fregolent e Savino, 2011). La letteratura recente afferma che i problemi relativi agli insediamenti urbani possono essere analizzati da cinque punti di vista (Jaglin e May, 2010): “la questione del paesaggio e del mantenimento delle attività agricole, la questione ambientale […], le vie di comunicazione e il loro sviluppo, la questione sociale […] e l’economia territoriale (i costi di urbanizzazione, le risorse per gli spazi pubblici, ecc..).” Sarà quest’ultimo punto vista che verrà considerato nel seguente contributo, sottolineando il legame tra gli oneri derivanti dalle nuove aree urbanizzate e le uscite causate dalla realizzazione delle infrastrutture tecnologiche urbane, avendo come sfondo i noti problemi dei bilanci comunali. Gli oneri furono istituiti con la Legge n. 847 del 1964 e la loro importanza è stata ulteriormente sottolineata dalla Regione Lombardia con l’introduzione tra gli strumenti urbanistici comunali del piano dei Servizi, “al fine di assicurare una razionale distribuzione di attrezzature urbane nelle diverse parti del territorio comunale” (L.R.L. 1/2001 ). Introdotti per la realizzazione delle infrastrutture per le urbanizzazioni, sono diventati elemento spesso determinante anche per sostenere la spesa corrente (Ceruti, 2003). Nel contributo si è proceduto ad analizzare un caso studio per poi trarne alcune conclusioni generali. Trattandosi di tematiche complesse per la necessità di reperire dati difficili da disaggregare, si è analizzato solo il caso di studio del comune di Rovato (BS), un centro di poco più di 18.000 abitanti (ISTAT, 2011) in Franciacorta, una regione famosa per le sue attività vitivinicole e le sue peculiarità naturalistiche. In questo comune sono infatti disponibili i progetti di potenziamento delle reti in funzione delle trasformazioni urbanistiche del piano. Si è potuto così dimostrare come gli oneri richiesti per le nuove urbanizzazioni residenziali tra il 2006 e il 2011 non bastino a coprire i costi di realizzazione e le spese di gestione delle opere di urbanizzazione primaria, non consentano investimenti sulle opere di urbanizzazione secondaria e non contemplino la compensazione ambientale dei nuovi impatti causati dai nuovi insediamenti. Tali impatti, sia ambientali che economici, influiscono sull’impronta ecologica e sul bilancio dell’intera comunità, che - per aver permesso di costruire, determinando così dei vantaggi ad alcuni - non ottiene però il dovuto ristoro e - anzi - si carica di potenziali costi per il futuro.

Impatti e costi delle urbanizzazioni: ragioni per il contenimento dell'uso del suolo

TIRA, Maurizio;RICHIEDEI, Anna
2012-01-01

Abstract

Il contenimento dell’uso del suolo, argomento all’attenzione sia del mondo scientifico (si vedano tra gli altri: Secchi, 1996; EEA, 2006, Tira e Badiani, 2009; Pileri, 2011) che di quello politico e giornalistico, è un tema urbanistico ed un problema ambientale per il quale non si è ancora trovata una soluzione convincente ed efficace (Fregolent e Savino, 2011). La letteratura recente afferma che i problemi relativi agli insediamenti urbani possono essere analizzati da cinque punti di vista (Jaglin e May, 2010): “la questione del paesaggio e del mantenimento delle attività agricole, la questione ambientale […], le vie di comunicazione e il loro sviluppo, la questione sociale […] e l’economia territoriale (i costi di urbanizzazione, le risorse per gli spazi pubblici, ecc..).” Sarà quest’ultimo punto vista che verrà considerato nel seguente contributo, sottolineando il legame tra gli oneri derivanti dalle nuove aree urbanizzate e le uscite causate dalla realizzazione delle infrastrutture tecnologiche urbane, avendo come sfondo i noti problemi dei bilanci comunali. Gli oneri furono istituiti con la Legge n. 847 del 1964 e la loro importanza è stata ulteriormente sottolineata dalla Regione Lombardia con l’introduzione tra gli strumenti urbanistici comunali del piano dei Servizi, “al fine di assicurare una razionale distribuzione di attrezzature urbane nelle diverse parti del territorio comunale” (L.R.L. 1/2001 ). Introdotti per la realizzazione delle infrastrutture per le urbanizzazioni, sono diventati elemento spesso determinante anche per sostenere la spesa corrente (Ceruti, 2003). Nel contributo si è proceduto ad analizzare un caso studio per poi trarne alcune conclusioni generali. Trattandosi di tematiche complesse per la necessità di reperire dati difficili da disaggregare, si è analizzato solo il caso di studio del comune di Rovato (BS), un centro di poco più di 18.000 abitanti (ISTAT, 2011) in Franciacorta, una regione famosa per le sue attività vitivinicole e le sue peculiarità naturalistiche. In questo comune sono infatti disponibili i progetti di potenziamento delle reti in funzione delle trasformazioni urbanistiche del piano. Si è potuto così dimostrare come gli oneri richiesti per le nuove urbanizzazioni residenziali tra il 2006 e il 2011 non bastino a coprire i costi di realizzazione e le spese di gestione delle opere di urbanizzazione primaria, non consentano investimenti sulle opere di urbanizzazione secondaria e non contemplino la compensazione ambientale dei nuovi impatti causati dai nuovi insediamenti. Tali impatti, sia ambientali che economici, influiscono sull’impronta ecologica e sul bilancio dell’intera comunità, che - per aver permesso di costruire, determinando così dei vantaggi ad alcuni - non ottiene però il dovuto ristoro e - anzi - si carica di potenziali costi per il futuro.
2012
9788895315171
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/154321
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