Il settore dell’urbanistica e quello dell’edilizia costituiscono tradizionalmente il laboratorio di sperimentazione delle diverse tipologie di silenzio della pubblica amministrazione, nonché di figure giuridiche quali la D.I.A., caratterizzate dall’intento di liberalizzare i rapporti tra P.A. e cittadino. Il saggio intende verificare se nel Testo Unico in materia edilizia (D.p.R. 6 giugno 2001, n. 380) (T.U.E.) si rinvengano elementi, peculiari della materia “governo del territorio”, tali da condurre ad una ricostruzione del silenzio della p.a. e della D.I.A. che si discosti in modo rilevante dalle previsioni generali della l. n. 241/1990. Nel saggio, mantenendo come punto di osservazione privilegiato il TUE, si approfondiscono il silenzio rifiuto, il silenzio diniego, il silenzio rigetto, il silenzio accoglimento nonché la D.I.A. Particolare attenzione viene assicurata ai rapporti tra le previsioni del Testo Unico dell’Edilizia (T.U.E.), le fonti regionali e l’art. 2 della l. n. 241/1990 che contiene la norma generale sull’obbligo di concludere il procedimento amministrativo con un provvedimento espresso. I caratteri fondamentali del silenzio rifiuto così come sono stati elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza, con particolare riguardo al suo valore di rifiuto di provvedere, si rinvengono nell’(originaria) disposizione sul rilascio del permesso di costruire. Nel saggio si evidenzia il mancato adeguamento al parere del Consiglio di Stato che aveva suggerito, in un’ottica di semplificazione, di prevedere un’ipotesi di silenzio assenso anziché di silenzio rifiuto. Vengono altresì analizzati l’accertamento di conformità interpretato dalla giurisprudenza sia come silenzio rifiuto sia come silenzio diniego, nonchè l’art. 25 sul certificato di agibilità, ove è stabilita un’ipotesi di silenzio assenso. L’art. 20 del Testo Unico viene inoltre studiato nella sua dinamica processuale ed in particolare in relazione all’art. 21 bis della l. n. 1034/1971. Nel saggio ci sofferma altresì sulla D.I.A. edilizia raffrontata alla D.I.A. disciplinata in termini generali dalla legge sul procedimento amministrativo. Si rilevano gli indubbi profili di criticità connessi alla tutela processuale dei terzi controinteressati. Complessivamente dal T.U.E. non si rinvengono elementi peculiari della materia per una ricostruzione del silenzio e della D.I.A. che si discosti in modo rilevante dalle previsioni generali della l. n. 241/1990. Nel saggio si conclude che l’edilizia, rectius il governo del territorio, costituisce un ambito nel quale le diverse forme di inerzia della P.A. (in particolare il silenzio assenso e il silenzio rifiuto) convivono e si alternano con particolare frequenza essendo indissolubilmente legate a valutazioni mutevoli di politica del territorio.

Il silenzio amministrativo nell'attività edilizia

PARISIO, Vera
2007-01-01

Abstract

Il settore dell’urbanistica e quello dell’edilizia costituiscono tradizionalmente il laboratorio di sperimentazione delle diverse tipologie di silenzio della pubblica amministrazione, nonché di figure giuridiche quali la D.I.A., caratterizzate dall’intento di liberalizzare i rapporti tra P.A. e cittadino. Il saggio intende verificare se nel Testo Unico in materia edilizia (D.p.R. 6 giugno 2001, n. 380) (T.U.E.) si rinvengano elementi, peculiari della materia “governo del territorio”, tali da condurre ad una ricostruzione del silenzio della p.a. e della D.I.A. che si discosti in modo rilevante dalle previsioni generali della l. n. 241/1990. Nel saggio, mantenendo come punto di osservazione privilegiato il TUE, si approfondiscono il silenzio rifiuto, il silenzio diniego, il silenzio rigetto, il silenzio accoglimento nonché la D.I.A. Particolare attenzione viene assicurata ai rapporti tra le previsioni del Testo Unico dell’Edilizia (T.U.E.), le fonti regionali e l’art. 2 della l. n. 241/1990 che contiene la norma generale sull’obbligo di concludere il procedimento amministrativo con un provvedimento espresso. I caratteri fondamentali del silenzio rifiuto così come sono stati elaborati dalla dottrina e dalla giurisprudenza, con particolare riguardo al suo valore di rifiuto di provvedere, si rinvengono nell’(originaria) disposizione sul rilascio del permesso di costruire. Nel saggio si evidenzia il mancato adeguamento al parere del Consiglio di Stato che aveva suggerito, in un’ottica di semplificazione, di prevedere un’ipotesi di silenzio assenso anziché di silenzio rifiuto. Vengono altresì analizzati l’accertamento di conformità interpretato dalla giurisprudenza sia come silenzio rifiuto sia come silenzio diniego, nonchè l’art. 25 sul certificato di agibilità, ove è stabilita un’ipotesi di silenzio assenso. L’art. 20 del Testo Unico viene inoltre studiato nella sua dinamica processuale ed in particolare in relazione all’art. 21 bis della l. n. 1034/1971. Nel saggio ci sofferma altresì sulla D.I.A. edilizia raffrontata alla D.I.A. disciplinata in termini generali dalla legge sul procedimento amministrativo. Si rilevano gli indubbi profili di criticità connessi alla tutela processuale dei terzi controinteressati. Complessivamente dal T.U.E. non si rinvengono elementi peculiari della materia per una ricostruzione del silenzio e della D.I.A. che si discosti in modo rilevante dalle previsioni generali della l. n. 241/1990. Nel saggio si conclude che l’edilizia, rectius il governo del territorio, costituisce un ambito nel quale le diverse forme di inerzia della P.A. (in particolare il silenzio assenso e il silenzio rifiuto) convivono e si alternano con particolare frequenza essendo indissolubilmente legate a valutazioni mutevoli di politica del territorio.
2007
9788895152561
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/145316
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact