Il “Vaso Re” è un antichissimo canale artificiale che si snoda lungo un’intera vallata laterale della Valle Camonica, attraversando il territorio di tre diversi comuni e scorrendo in posizione parallela al torrente Grigna: entrambi i corsi d’acqua si gettano nel fiume Oglio nel territorio comunale di Esine. Detto canale, derivato in tempi antichissimi dal torrente Grigna, costituisce una straordinaria opera idraulico/produttiva che contraddistingue questa vallata: in particolare, però, connota in maniera inequivocabile il comune di Bienno, in quanto solo qui non sono state messe in atto dissennate politiche di cancellazione o intubazione forzata, grazie alla persistenza di talune attività produttive, al ridotto adeguamento tecnologico delle stesse, ed al particolare interesse che le Amministrazioni comunali hanno riservato al mantenimento di quest’opera idraulica. Di fronte all’inevitabile, seppur lento e poco entusiastico abbandono di attività così faticose - solo una fucina produce ancora strumenti in ferro utilizzando gli antichi magli mossi dalle ruote idrauliche, mentre tre fucine ed un mulino acquisiti negli anni dall’Amministrazione comunale sono tuttora funzionanti per dimostrazioni didattiche – si è avvertita l’esigenza di un ripensamento globale del territorio comunale interessato dal percorso del Vaso Re, evitando interventi puntiformi di restauro di singoli edifici ma mirando piuttosto alla trasformazione di tale “sistema produttivo integrato” in vero e proprio museo territoriale o ecomuseo, secondo le più recenti impostazioni della museologia legata soprattutto alla cultura materiale. I siti di archeologia industriale, piuttosto che essere smontati e rimontati in altro luogo come avveniva per gli ormai storici Open Air Museums, debbono essere messi in condizione di raccontarsi mantenendo per quanto possibile le loro condizioni originarie ed autentiche, con l’ausilio di un sistema culturale - didattico discreto e non predominante che favorisca l’approfondimento dei caratteri non immediatamente comprensibili. Seguendo quindi sul territorio comunale il disegno fatto secoli fa dall’uomo con l’acqua, sarà possibile riprendere il filo del racconto inerente la storia stessa del territorio, che verrà valorizzato senza mettere in campo meccanismi complicati di attrazione, ma più semplicemente evidenziandone le trasformazioni e le connessioni strettissime tra le materie prime che esso poteva offrire e le attività che l’uomo vi ha avviato.

La valorizzazione dei segni protoindustriali sul territorio: un percorso culturale lungo il “Vaso Re” di Bienno

PASSAMANI, Ivana
2005-01-01

Abstract

Il “Vaso Re” è un antichissimo canale artificiale che si snoda lungo un’intera vallata laterale della Valle Camonica, attraversando il territorio di tre diversi comuni e scorrendo in posizione parallela al torrente Grigna: entrambi i corsi d’acqua si gettano nel fiume Oglio nel territorio comunale di Esine. Detto canale, derivato in tempi antichissimi dal torrente Grigna, costituisce una straordinaria opera idraulico/produttiva che contraddistingue questa vallata: in particolare, però, connota in maniera inequivocabile il comune di Bienno, in quanto solo qui non sono state messe in atto dissennate politiche di cancellazione o intubazione forzata, grazie alla persistenza di talune attività produttive, al ridotto adeguamento tecnologico delle stesse, ed al particolare interesse che le Amministrazioni comunali hanno riservato al mantenimento di quest’opera idraulica. Di fronte all’inevitabile, seppur lento e poco entusiastico abbandono di attività così faticose - solo una fucina produce ancora strumenti in ferro utilizzando gli antichi magli mossi dalle ruote idrauliche, mentre tre fucine ed un mulino acquisiti negli anni dall’Amministrazione comunale sono tuttora funzionanti per dimostrazioni didattiche – si è avvertita l’esigenza di un ripensamento globale del territorio comunale interessato dal percorso del Vaso Re, evitando interventi puntiformi di restauro di singoli edifici ma mirando piuttosto alla trasformazione di tale “sistema produttivo integrato” in vero e proprio museo territoriale o ecomuseo, secondo le più recenti impostazioni della museologia legata soprattutto alla cultura materiale. I siti di archeologia industriale, piuttosto che essere smontati e rimontati in altro luogo come avveniva per gli ormai storici Open Air Museums, debbono essere messi in condizione di raccontarsi mantenendo per quanto possibile le loro condizioni originarie ed autentiche, con l’ausilio di un sistema culturale - didattico discreto e non predominante che favorisca l’approfondimento dei caratteri non immediatamente comprensibili. Seguendo quindi sul territorio comunale il disegno fatto secoli fa dall’uomo con l’acqua, sarà possibile riprendere il filo del racconto inerente la storia stessa del territorio, che verrà valorizzato senza mettere in campo meccanismi complicati di attrazione, ma più semplicemente evidenziandone le trasformazioni e le connessioni strettissime tra le materie prime che esso poteva offrire e le attività che l’uomo vi ha avviato.
2005
8860550041
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