Negli ultimi decenni le rapide trasformazioni che hanno investito la società, l’economia, le organizzazioni e il management, hanno messo in luce una sempre maggiore problematicità degli stili di direzione tradizionali (Rosener, 1995; Klenke, 1996). I vecchi modelli di gestione e di esercizio, ad appannaggio maschile, sono stati scossi e spinti in direzioni che richiedono più “cervello che muscoli” (Shipman & Kay, 2010). Contestualmente, i consueti stereotipi di genere sono stati posti in discussione. In una società che offre servizi sempre più orientati alla personalizzazione, il tema delle dimensioni “soft” (FitzGerald, 2010), dei comportamenti e delle motivazioni intrinseche delle persone inizia ad assumere un ruolo centrale. Se il fondamento della strategia è un senso di identità organizzativa, allora un ruolo chiave del top management è esplicitare e comunicare quell’identità, operando sui valori e obiettivi centrali e sulla visione del futuro (Grant, 2006). Ovviamente, il ruolo di questi ultimi non si limita a fornire un fondamento alla strategia, ma consiste anche nell’unificare e ispirare gli sforzi degli individui affinché sia possibile sprigionare tutto il potenziale del capitale umano presente nell’organizzazione (Grant, 2006; Bonfiglioli, 2008). Donne e uomini sono quindi portati a rivestire nuovi ruoli, a sperimentare relazioni, compiti e contesti differenti (L'Impresa, 2010). Nella letteratura recente, si suggerisce che un approccio più femminile ed integrato alla leadership risulta più efficace e conforme alle sfide connesse con la collaborazione globale e la complessità travolgente oggi prevalente (Helgesen, 1990; Rosener, 1995; Morgan, 1997; Book, 2000; Madsen & Hammond, 2005). Per trasformare le organizzazioni e trainare il cambiamento, sfidando le convenzioni e creando un’identità comune tra un’organizzazione e coloro che vi lavorano, i leader devono riuscire ad ispirare i propri collaboratori. Ciò richiede che i leader sappiano rapportarsi emozionalmente e manifestare autostima, apertura mentale, integrità e autenticità (Goleman et al., 2002; Kotter, 2008; FitzGerald, 2010). Il presente lavoro, in un’ottica esplorativa, si propone di verificare l’esistenza di uno stile di leadership femminile nel tessuto economico bresciano, evidenziando se e come le donne al potere apportino competenze nuove e peculiari nella gestione aziendale.
La leadership femminile: un nuovo paradigma gestionale?
MUZZI, Caterina;ALBERTINI, Sergio
2011-01-01
Abstract
Negli ultimi decenni le rapide trasformazioni che hanno investito la società, l’economia, le organizzazioni e il management, hanno messo in luce una sempre maggiore problematicità degli stili di direzione tradizionali (Rosener, 1995; Klenke, 1996). I vecchi modelli di gestione e di esercizio, ad appannaggio maschile, sono stati scossi e spinti in direzioni che richiedono più “cervello che muscoli” (Shipman & Kay, 2010). Contestualmente, i consueti stereotipi di genere sono stati posti in discussione. In una società che offre servizi sempre più orientati alla personalizzazione, il tema delle dimensioni “soft” (FitzGerald, 2010), dei comportamenti e delle motivazioni intrinseche delle persone inizia ad assumere un ruolo centrale. Se il fondamento della strategia è un senso di identità organizzativa, allora un ruolo chiave del top management è esplicitare e comunicare quell’identità, operando sui valori e obiettivi centrali e sulla visione del futuro (Grant, 2006). Ovviamente, il ruolo di questi ultimi non si limita a fornire un fondamento alla strategia, ma consiste anche nell’unificare e ispirare gli sforzi degli individui affinché sia possibile sprigionare tutto il potenziale del capitale umano presente nell’organizzazione (Grant, 2006; Bonfiglioli, 2008). Donne e uomini sono quindi portati a rivestire nuovi ruoli, a sperimentare relazioni, compiti e contesti differenti (L'Impresa, 2010). Nella letteratura recente, si suggerisce che un approccio più femminile ed integrato alla leadership risulta più efficace e conforme alle sfide connesse con la collaborazione globale e la complessità travolgente oggi prevalente (Helgesen, 1990; Rosener, 1995; Morgan, 1997; Book, 2000; Madsen & Hammond, 2005). Per trasformare le organizzazioni e trainare il cambiamento, sfidando le convenzioni e creando un’identità comune tra un’organizzazione e coloro che vi lavorano, i leader devono riuscire ad ispirare i propri collaboratori. Ciò richiede che i leader sappiano rapportarsi emozionalmente e manifestare autostima, apertura mentale, integrità e autenticità (Goleman et al., 2002; Kotter, 2008; FitzGerald, 2010). Il presente lavoro, in un’ottica esplorativa, si propone di verificare l’esistenza di uno stile di leadership femminile nel tessuto economico bresciano, evidenziando se e come le donne al potere apportino competenze nuove e peculiari nella gestione aziendale.File | Dimensione | Formato | |
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