La tesi punta a verificare empiricamente se esiste e quali caratteristiche assuma il processo di convergenza della produttività regionale a livello Europeo. Nel fare questo viene posta particolare attenzione al ruolo degli effetti spaziali e della politica di Coesione Europea. Da un punto di vista metodologico, vengono quindi utilizzati dei modelli econometrici capaci di gestire i fenomeni di dipendenza spaziale, consentendoci di ottenere delle stime affidabili. Inoltre, l'effetto della politica di Coesione è valutato attraverso l'introduzione di variabili relative alla spesa regionale per i Fondi Strutturali. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il primo capitolo indaga la convergenza totale e settoriale della produttività del lavoro per le regioni NUTS-3 dell'UE a 12 membri nel periodo 1980-2010. Vengono utilizzate la β e σ-convergenza ed i filtri spaziali di Getis che permettono di scomporre ogni variabile nelle sue componenti spaziali e a-spaziali garantendo quindi la loro indipendenza spaziale. Le stime evidenziano un processo di σ e β-convergenza delle economie regionali. Inoltre, si osserva che i) la forza lavoro espulsa dal settore agricolo non è completamente assorbita dai settori dei servizi e dal manifatturiero, ii) la produttività del settore dei servizi e del manifatturo aumenta nelle regioni in ritardo di sviluppo con la conseguente diminuzione della varianza, e che iii) è in atto un processo di β-convergenza della produttività sia a livello settoriale che totale. Infine, si è notato che, iv) i servizi più produttivi tendono a concentrarsi in alcune città e regioni. Il secondo capitolo si propone di valutare, mediante un modello cross-section di crescita ed un'analisi econometrica spaziale, se i Fondi Strutturali sono stati efficaci per la convergenza regionale della produttività del lavoro tra le regioni NUTS-2 dell'Unione Europea tra il 1989 ed il 2006, e quali fattori ne influenzeranno l'efficacia. Nel modello di β-convergenza, accanto ai Fondi Strutturali e ad altre variabili esplicative, è stato incluso un termine di interazione relativo alla qualità istituzionale regionale ed ai Fondi Strutturali, al fine di valutare la loro significatività congiunta rispetto alla crescita. Gli effetti dei Fondi Strutturali sulla convergenza sono valutati attraverso una tecnica di filtraggio spaziale che gestisce sia la dipendenza spaziale nei residui che l'eventuale esistenza di molteplici stati stazionari. Questo approccio, anche se è un metodo economicamente a-teoretico, porta ad una generalizzazione del modello di crescita di Solow in cui ogni regione segue questo modello, ma le loro funzioni di produzione aggregate ed i loro stati stazionari sono liberi di variare. Le conclusioni principali mostrano che, in primo luogo, i Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1 accelerano il processo di convergenza. In secondo luogo, il termine di interazione tra la qualità istituzionale regionale ed i Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1 ha un effetto significativo e positivo sulla crescita della produttività regionale. In terzo luogo, le regioni europee hanno diversi percorsi di crescita, e in questo studio sono stati definiti gruppi di regioni con tassi di convergenza omogenei. Nel terzo capitolo, sono esaminate le componenti riferite della crescita della produttività dovute al cambiamento strutturale e intrasettoriale. L'analisi parte dall'idea secondo cui le regioni, per riuscire a migliorare i loro standard di vita, devono essere in grado di diversificarsi rispetto ai settori tradizionali, al fine di concentrarsi su quelli più avanzati. La velocità con cui questa diversificazione avviene determina il successo o il fallimento di una regione. Nella prima parte del capitolo, un'analisi esplorativa spaziale ci mostra che sia la variazione strutturale che intrasettoriale sono fortemente clusterizzate nello spazio. Successivamente, attraverso un modello econometrico Spatial Durbin in grado di includere esplicitamente gli effetti degli spillover spaziali, sono stimati i fattori che influenzano il cambiamento strutturale ed intrasettoriale. La stima empirica mostra che il cambiamento strutturale è promosso dalla variabile relativa al potenziale di mercato tramite gli spillover spaziali mentre è influenzato negativamente da una elevata specializzazione regionale, dalle diseconomie di scala e da condizioni locali eterogenee. La presenza iniziale di settori a bassa produttività, nonché le economie di agglomerazione non hanno alcun impatto ed i Fondi Strutturali, insieme con le istituzioni, svolgono un ruolo nella promozione della variazione strutturale. Infine, il cambiamento strutturale è un fattore chiave per attutire la caduta della produttività tra il 2008 ed il 2009. Il quarto capitolo esamina l'impatto dei Fondi Strutturali sulla crescita della produttività delle regioni spagnole nel periodo compreso tra 1989 e 2006 attraverso un modello Spatial Durbin con dati panel. I nostri principali risultati riguardano l'impatto non uniforme dei Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1. Le risorse dedicate al supporto alle imprese ed al sostegno agricolo hanno un impatto positivo sulla produttività. Al contrario, le risorse per le infrastrutture giocano un ruolo negativo, probabilmente perché accentuano le debolezze delle regioni con una scarsa dotazione iniziale. Lo stesso effetto negativo è prodotto dai fondi destinati al capitale umano in quanto questi non si traducono in una efficace crescita della produttività. Infine, gli effetti dei Fondi Strutturali tendono a scomparire molto presto nel tempo.

Four Essays on the Productivity Convergence of the European Regions

N. Pontarollo
2014-01-01

Abstract

La tesi punta a verificare empiricamente se esiste e quali caratteristiche assuma il processo di convergenza della produttività regionale a livello Europeo. Nel fare questo viene posta particolare attenzione al ruolo degli effetti spaziali e della politica di Coesione Europea. Da un punto di vista metodologico, vengono quindi utilizzati dei modelli econometrici capaci di gestire i fenomeni di dipendenza spaziale, consentendoci di ottenere delle stime affidabili. Inoltre, l'effetto della politica di Coesione è valutato attraverso l'introduzione di variabili relative alla spesa regionale per i Fondi Strutturali. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Il primo capitolo indaga la convergenza totale e settoriale della produttività del lavoro per le regioni NUTS-3 dell'UE a 12 membri nel periodo 1980-2010. Vengono utilizzate la β e σ-convergenza ed i filtri spaziali di Getis che permettono di scomporre ogni variabile nelle sue componenti spaziali e a-spaziali garantendo quindi la loro indipendenza spaziale. Le stime evidenziano un processo di σ e β-convergenza delle economie regionali. Inoltre, si osserva che i) la forza lavoro espulsa dal settore agricolo non è completamente assorbita dai settori dei servizi e dal manifatturiero, ii) la produttività del settore dei servizi e del manifatturo aumenta nelle regioni in ritardo di sviluppo con la conseguente diminuzione della varianza, e che iii) è in atto un processo di β-convergenza della produttività sia a livello settoriale che totale. Infine, si è notato che, iv) i servizi più produttivi tendono a concentrarsi in alcune città e regioni. Il secondo capitolo si propone di valutare, mediante un modello cross-section di crescita ed un'analisi econometrica spaziale, se i Fondi Strutturali sono stati efficaci per la convergenza regionale della produttività del lavoro tra le regioni NUTS-2 dell'Unione Europea tra il 1989 ed il 2006, e quali fattori ne influenzeranno l'efficacia. Nel modello di β-convergenza, accanto ai Fondi Strutturali e ad altre variabili esplicative, è stato incluso un termine di interazione relativo alla qualità istituzionale regionale ed ai Fondi Strutturali, al fine di valutare la loro significatività congiunta rispetto alla crescita. Gli effetti dei Fondi Strutturali sulla convergenza sono valutati attraverso una tecnica di filtraggio spaziale che gestisce sia la dipendenza spaziale nei residui che l'eventuale esistenza di molteplici stati stazionari. Questo approccio, anche se è un metodo economicamente a-teoretico, porta ad una generalizzazione del modello di crescita di Solow in cui ogni regione segue questo modello, ma le loro funzioni di produzione aggregate ed i loro stati stazionari sono liberi di variare. Le conclusioni principali mostrano che, in primo luogo, i Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1 accelerano il processo di convergenza. In secondo luogo, il termine di interazione tra la qualità istituzionale regionale ed i Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1 ha un effetto significativo e positivo sulla crescita della produttività regionale. In terzo luogo, le regioni europee hanno diversi percorsi di crescita, e in questo studio sono stati definiti gruppi di regioni con tassi di convergenza omogenei. Nel terzo capitolo, sono esaminate le componenti riferite della crescita della produttività dovute al cambiamento strutturale e intrasettoriale. L'analisi parte dall'idea secondo cui le regioni, per riuscire a migliorare i loro standard di vita, devono essere in grado di diversificarsi rispetto ai settori tradizionali, al fine di concentrarsi su quelli più avanzati. La velocità con cui questa diversificazione avviene determina il successo o il fallimento di una regione. Nella prima parte del capitolo, un'analisi esplorativa spaziale ci mostra che sia la variazione strutturale che intrasettoriale sono fortemente clusterizzate nello spazio. Successivamente, attraverso un modello econometrico Spatial Durbin in grado di includere esplicitamente gli effetti degli spillover spaziali, sono stimati i fattori che influenzano il cambiamento strutturale ed intrasettoriale. La stima empirica mostra che il cambiamento strutturale è promosso dalla variabile relativa al potenziale di mercato tramite gli spillover spaziali mentre è influenzato negativamente da una elevata specializzazione regionale, dalle diseconomie di scala e da condizioni locali eterogenee. La presenza iniziale di settori a bassa produttività, nonché le economie di agglomerazione non hanno alcun impatto ed i Fondi Strutturali, insieme con le istituzioni, svolgono un ruolo nella promozione della variazione strutturale. Infine, il cambiamento strutturale è un fattore chiave per attutire la caduta della produttività tra il 2008 ed il 2009. Il quarto capitolo esamina l'impatto dei Fondi Strutturali sulla crescita della produttività delle regioni spagnole nel periodo compreso tra 1989 e 2006 attraverso un modello Spatial Durbin con dati panel. I nostri principali risultati riguardano l'impatto non uniforme dei Fondi Strutturali per l'Obiettivo 1. Le risorse dedicate al supporto alle imprese ed al sostegno agricolo hanno un impatto positivo sulla produttività. Al contrario, le risorse per le infrastrutture giocano un ruolo negativo, probabilmente perché accentuano le debolezze delle regioni con una scarsa dotazione iniziale. Lo stesso effetto negativo è prodotto dai fondi destinati al capitale umano in quanto questi non si traducono in una efficace crescita della produttività. Infine, gli effetti dei Fondi Strutturali tendono a scomparire molto presto nel tempo.
2014
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