Cultura responsabile della manutenzione, individuazione e trasferimento di buone prassi per la conservazione programmata, diffusione di nuove metodologie e tecnologie di indagine diagnostica, rappresentano solo alcuni degli elementi chiave del progetto presentato alla Fondazione Cariplo, che, pur riguardando nello specifico la chiesa della Disciplina, può essere esteso, da un punto di vista metodologico e organizzativo, a molti altri beni artistici diffusi sul territorio regionale e nazionale. La proposta presentata costituisce un modello e risponde alla necessità di sensibilizzare e rendere consapevoli i gestori e gli utilizzatori dei beni culturali, riguardo le potenzialità che corrette strategie di conservazione programmata apportano, dal punto di vista della sostenibilità economica e funzionale, al patrimonio storico-artistico. Giunti al termine di un lungo e fruttuoso percorso, è necessario trovare un momento di verifica, accertando che gli obiettivi iniziali, che hanno indotto ad intraprendere questo viaggio, siano stati raggiunti. Un riscontro che permette di condividere, sintetizzare e gettare nuove basi per il proseguo di un processo di salvaguardia della chiesa della Disciplina, che rappresenti la capacitò di vedere e governare nel tempo le sue “trasformazioni”. Conoscenza, prevenzione, controllo, programmazione degli interventi, affrontati attraverso la collaborazione e la sinergia di professionalità diverse, hanno sostituito l'idea del restauro come ripristino e chiusura al cambiamento, per promuovere il concetto di conservazione come evoluzione aperta al rapporto tra uomo e patrimonio. Frutto di questi principi, testimonianza della proposta e dell’esito progettuale, è la ricchezza dei contributi raccolti in questo scritto. I saggi contenuti contengono ricerche e riflessioni che offrono, complessivamente, un’indagine esaustiva della chiesa dei Disciplini. Una prima sezione di articoli rappresenta il contesto storico in cui è sorto e si è trasformato il tempio. Le note di Tommaso Casanova, infatti, offrono una solida base da cui partire per future ricerche e approfondimenti. Il decisivo ruolo assunto dalla famiglia Gambara, è descritto nel secondo saggio allegato, redatto da Guerrini; mentre, Floriana Maffeis, introduce al movimento dei Disciplinati. Alla prima parte del testo definita come la “chiesa di carta”, che illustra la fabbrica attraverso una lettura archivistico-documentale, segue la “chiesa di pietra”. L’approccio metodologico emergente nei testi successivi è indiscutibilmente diverso dal precedente ma di decisiva importanza, soprattutto se la volontà conoscitiva del manufatto vuole essere completa. È il caso delle indagini archeologiche condotte da Denise Morandi, che hanno sfruttato i sette saggi di scavo per fornire utili risposte e far scaturire nuovi interrogativi. Una lettura archeologica degli elevati è quella proposta da Treccani e Signorini che narrano la lunga storia della chiesa fatta di irreversibili e continue trasformazioni testimoniate da segni fisici spesso visibili e riconoscibili ma talvolta occultati. Numerose sono le risposte che Alberto Fontanini offre nel suo saggio, mettendo in luce le nutrite testimonianze ancora presenti, riguardanti l’apparato decorativo rinascimentale, evidenziando la diversa condizione conservativa che li ha mantenuti in buono stato in alcuni ambiti, mentre in altri, i dipinti, se non “strappati” mostrano condizioni conservative decisamente negative. A chiudere la seconda sessione è il contributo proposto da Lia Signorini che analizza il “cartoccio” barocco: la volta in cameracanna realizzata con l’arrivo dei Disciplini nella chiesa. L’ultima parte del testo presenta gli esiti di una serie di indagini focalizzate ad una valutazione più puntuale riguardo le patologie della fabbrica. Il primo contributo offerto alla sezione è quello di Benedetti e Griletto che relazionano riguardo l’esito di indagini termografiche, microclimatiche e la reazione delle superfici dipinte sottoposte a diverse sollecitazioni. Di diverso indirizzo sono i saggi di Dallari e Tagliavini che aprono un ambito di conoscenze legate alla tipicizzazione geomorfologica dell’area e della struttura. I testi finali di Carini e Panteghini entrano nel merito della consistenza materiale delle murature caratterizzata meccanicamente. Il libro offre una esaustiva e puntuale “cartella clinica” della chiesa della Disciplina, primo passo indispensabile per poter costruire un piano di conservazione programmata.

Disciplina di Verolanuova. Studi per la conservazione programmata

Scala B
2015-01-01

Abstract

Cultura responsabile della manutenzione, individuazione e trasferimento di buone prassi per la conservazione programmata, diffusione di nuove metodologie e tecnologie di indagine diagnostica, rappresentano solo alcuni degli elementi chiave del progetto presentato alla Fondazione Cariplo, che, pur riguardando nello specifico la chiesa della Disciplina, può essere esteso, da un punto di vista metodologico e organizzativo, a molti altri beni artistici diffusi sul territorio regionale e nazionale. La proposta presentata costituisce un modello e risponde alla necessità di sensibilizzare e rendere consapevoli i gestori e gli utilizzatori dei beni culturali, riguardo le potenzialità che corrette strategie di conservazione programmata apportano, dal punto di vista della sostenibilità economica e funzionale, al patrimonio storico-artistico. Giunti al termine di un lungo e fruttuoso percorso, è necessario trovare un momento di verifica, accertando che gli obiettivi iniziali, che hanno indotto ad intraprendere questo viaggio, siano stati raggiunti. Un riscontro che permette di condividere, sintetizzare e gettare nuove basi per il proseguo di un processo di salvaguardia della chiesa della Disciplina, che rappresenti la capacitò di vedere e governare nel tempo le sue “trasformazioni”. Conoscenza, prevenzione, controllo, programmazione degli interventi, affrontati attraverso la collaborazione e la sinergia di professionalità diverse, hanno sostituito l'idea del restauro come ripristino e chiusura al cambiamento, per promuovere il concetto di conservazione come evoluzione aperta al rapporto tra uomo e patrimonio. Frutto di questi principi, testimonianza della proposta e dell’esito progettuale, è la ricchezza dei contributi raccolti in questo scritto. I saggi contenuti contengono ricerche e riflessioni che offrono, complessivamente, un’indagine esaustiva della chiesa dei Disciplini. Una prima sezione di articoli rappresenta il contesto storico in cui è sorto e si è trasformato il tempio. Le note di Tommaso Casanova, infatti, offrono una solida base da cui partire per future ricerche e approfondimenti. Il decisivo ruolo assunto dalla famiglia Gambara, è descritto nel secondo saggio allegato, redatto da Guerrini; mentre, Floriana Maffeis, introduce al movimento dei Disciplinati. Alla prima parte del testo definita come la “chiesa di carta”, che illustra la fabbrica attraverso una lettura archivistico-documentale, segue la “chiesa di pietra”. L’approccio metodologico emergente nei testi successivi è indiscutibilmente diverso dal precedente ma di decisiva importanza, soprattutto se la volontà conoscitiva del manufatto vuole essere completa. È il caso delle indagini archeologiche condotte da Denise Morandi, che hanno sfruttato i sette saggi di scavo per fornire utili risposte e far scaturire nuovi interrogativi. Una lettura archeologica degli elevati è quella proposta da Treccani e Signorini che narrano la lunga storia della chiesa fatta di irreversibili e continue trasformazioni testimoniate da segni fisici spesso visibili e riconoscibili ma talvolta occultati. Numerose sono le risposte che Alberto Fontanini offre nel suo saggio, mettendo in luce le nutrite testimonianze ancora presenti, riguardanti l’apparato decorativo rinascimentale, evidenziando la diversa condizione conservativa che li ha mantenuti in buono stato in alcuni ambiti, mentre in altri, i dipinti, se non “strappati” mostrano condizioni conservative decisamente negative. A chiudere la seconda sessione è il contributo proposto da Lia Signorini che analizza il “cartoccio” barocco: la volta in cameracanna realizzata con l’arrivo dei Disciplini nella chiesa. L’ultima parte del testo presenta gli esiti di una serie di indagini focalizzate ad una valutazione più puntuale riguardo le patologie della fabbrica. Il primo contributo offerto alla sezione è quello di Benedetti e Griletto che relazionano riguardo l’esito di indagini termografiche, microclimatiche e la reazione delle superfici dipinte sottoposte a diverse sollecitazioni. Di diverso indirizzo sono i saggi di Dallari e Tagliavini che aprono un ambito di conoscenze legate alla tipicizzazione geomorfologica dell’area e della struttura. I testi finali di Carini e Panteghini entrano nel merito della consistenza materiale delle murature caratterizzata meccanicamente. Il libro offre una esaustiva e puntuale “cartella clinica” della chiesa della Disciplina, primo passo indispensabile per poter costruire un piano di conservazione programmata.
2015
8840443703
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11379/526351
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